sabato 29 settembre 2012

Lo strano caso del signor Zhao Zuohai

...e quello dell' ambizioso Bo Xilai...


Zhao Zuohai, un ordinario cittadino cinese, viveva tranquillo nella cittadina di Shangqiu, nella provincia centrale dell' Henan. Per banali motivi (soldi e donne), nel 1997, ebbe dei dissapori col suo amico e compagno di lavoro Zhao Zhenshang. Il disaccordo provoca, come spesso succede in questi casi, una scazzottata tra i due. Poco dopo la rissa, Zhenshang scompare. Quattro mesi dopo suo nipote denuncia la scomparsa alla polizia locale. Passa un anno e mezzo e quando, nel 1999, a Shangqiu viene ritrovato un cadavere decapitato la polizia pensa che si tratti di Zhenshang (su quali basi le cronache non ce lo dicono) e procede secondo il suo abituale modo di agire. Arresta il sospetto - cioe' Zuohai - lo riempie di legnate e lo fa confessare. Zhao Zuohai si becca una condanna a morte sospesa per due anni che poi viene tramutata in 29 anni di galera. Ne sono passati una decina quando, nella primavera del 2010, Zhao Zhenshang ricompare nella cittadina, vivo e vegeto, e spiega che temeva di aver ferito molto seriamente Zhao Zuohai nel corso della rissa e di essersi allontanato per questo. La cosa interessante e' che non si tratta di un caso isolato. Nel 2005 She Xianglin, condannato per aver assassinato la moglie e in galera da undici anni nella provincia dell' Hubei, venne rilasciato dopo che la vittima, la moglie, era stata ritrovata viva e vegeta. Come Zhao Zuohai, anche She Xiangli aveva confessato.

Perche' ricordare oggi queste tragi-comiche storie della periferia del Nuovo Impero di Mezzo? 

Be', tutto il caso contro il cattivissimo Bo Xilai -  cattivissimo ma popolarissimo - e' basato su due confessioni. La prima e' quella di Wang Lijun, il suo ex-collaboratore che in febbraio prima ha raccontato ai diplomatici americani del Consolato di Chengdu - dove si era rifugiato per sfuggire ai sicari di Bo - e poi agli inquirenti cinesi che l' hanno preso in consegna la storia dell' assassino di Neil Heywood. Secondo il racconto di Wang, Heywood, un uomo d' affari britannico, e' stato avvelenato col cianuro dalla moglie di Bo, Gu Kailai (il che conferma la credenza popolare secondo la quale dietro ogni cattivissimo uomo c' e' una cattivissima donna).  La quale Gu Kailai - chi l' avrebbe mai detto! - ha confessato anche lei, e questo risolve il problema del movente, che non si e' capito quale sia. 

Confessera' anche Bo Xilai? Difficile previsione, ma io penso di si. Solo confessando puo' infatti sperare di non essere condannato a morte o sepolto vivo in qualche remota regione della Cina e di mantenere viva la speranza di potere, un giorno, forse, riprendere la sua battaglia. 

Un paio di giorni prima dell' annuncio - ieri - dell' esplusione di Bo Xilai dal Partito, una nota esperta di medicina legale, Wang Xuemei, ha scritto sul suo blog di ritenere, sulla base di quello che e' stato affermato dai giudici che hanno condotto il processo contro Gu Kailai, che non ci sono sufficienti prove scientifiche per stabilire che Heywood sia stato ucciso col cianuro. Ricordiamo che il cadavere del britannico fu cremato poche ore dopo che era stato ritrovato in un albergo di Chongqing, nel novembre del 2011.  Qualcuno ha sollevato il sospetto che Wang Xuemei sia politicamente vicina alla ''sinistra'' di Bo Xilai, e che la sua denuncia sia dovuta a ragioni politiche. Possibile. Ma gli interrogativi rimangono.

Che prove ci sono del crimine, oltre alle confessioni di Gu Kailai e di Wang Lijun (che, come abbiamo visto, sono prove piuttosto dubbie)?
E gli interrogativi non si fermano qui:
come si spiega la recente scomparsa, durata 15 giorni, del Nuovo Imperatore Xi Jinping? Nessuno ce lo ha detto.
Come mai proprio nel giorno della sua ricomparsa sulla scena, sorridente e rilassato, sono partite delle violente proteste anti-giapponesi (chiaramente orchestrate, come ha rilevato un altro cattivello, l' artista Ai Weiwei)?
Come mai proprio in settembre e' emerso (da quale fonte? tutt' altro che chiaro…) che il giovane morto mesi prima sulla famigerata Ferrari nera, simbolo della vita dissoluta dei rampolli della nomenclatura, era il figlio del braccio destro del presidente Hu Jintao?
Come mai ora che la data del Congresso e' stata fissata ancora non sia quante persone ci saranno nel nuovo Comitato Permanente dell' Ufficio Politico (onnipotente quanto quello vecchio)?
E tutto questo succede mentre per la prima volta dopo dieci anni - che fortuna che hanno avuto Hu Jintao e il suo compagno d' arme, il sorridente primo ministro Wen Jiabo, capitati al comando negli anni delle vacche grasse!  - l' economia rallenta, e rallenta molto…

Qui sotto pubblico il pezzo dell' ANSA su Bo Xilai e quello della Xinhua (Nuova Cina) su Zhao Zuohai

ANSA/ CINA: ATTO FINALE PER BO XILAI, ESPULSO E PROCESSATO
STRADA APERTA PER SUCCESSIONE. CONGRESSO SI TERRA' L'8 NOVEMBRE

(di Nello del Gatto e Beniamino Natale) - (ANSA) - PECHINO, 28 SET -  Alla fine e' arrivato il giorno di Bo Xilai. L'ex capo del partito della metropoli Chongqing, epurato lo scorso mese di aprile dal partito e rimasto coinvolto in uno scandalo per corruzione e abuso di potere, e' stato oggi espulso dal partito comunista cinese e dovra' affrontare un processo. 
La decisione e' stata presa oggi dal potente Politburo del Partito Comunista Cinese, che allo stesso ha annunciato che il 18esimo Congresso del Partito, che dara' il via ad processo di ricambio dei vertici cinesi, si aprira' l' 8 novembre. In un comunicato di poche righe diffuso dall' agenzia Nuova Cina, il Politburo ha annunciato che comunichera' agli organi giudiziari i sospetti sulle violazioni della legge compiute da Bo Xilai e che gli trasmetter ''i materiali relativi''. Quindi, l'ex-leader sara' processato, e dovra' rispondere di corruzione, abuso di potere e favoreggiamento. Nuova Cina fa infatti riferimento a ''gravi violazioni della disciplina'', che Bo avrebbe compiuto quando aveva una importante posizione a Dalian (la citta' del nordest della quale e' stato sindaco) e quando e' stato ministro del Commercio. Di fatto, la sua intera carriera ai vertici del Partito e dello Stato viene messa sotto accusa.  
Secondo il Politburo l'ex potente leader di Chongqing avrebbe infatti preso tangenti direttamente o tramite la sua famiglia. Dopo quello contro la moglie di Bo, Gu Kailai (condannata alla pena di morte con pena sospesa per l'omicidio dell'uomo di affari britannico Neil Heywood) e quello contro il suo ex braccio destro, l'ex superpoliziotto Wang Lijung, condannato pochi giorni fa a 15 anni di carcere, la Cina si prepara dunque ad assistere ad un nuovo, e decisivo, processo.  
Con la sua spietata lotta alla criminalita' organizzata e l' esaltazione della figura del presidente Mao Zedong, il fondatore della repubblica popolare, Bo Xilai si era conquistato una vasta popolarita' a Chongqing e nel resto del Paese. Una popolarita' che il Partito cerca di distruggere con l' ultima accusa rivolta a Bo, quella ''di aver mantenuto relazioni sessuali con molte donne, danneggiando l' immagine del Partito''. ''Il caso di Bo verra' completamente risolto prima del Congresso, ma questo non significa che non ci siano piu' problemi. Ci sono ancora i problemi che hanno creato il caso Bo, c' e' un problema di linea politica'' ha dichiarato all' ANSA Li Wiedong, l' ex-direttore della rivista ''China Reform'' ed esponente dell' ala moderata e riformista del Partito. 
La chiusura del caso Bo Xilai lascia infatti aperte una serie di questioni: per esempio, non spiega la scomparsa dalla scena, per due settimane, di Xi Jinping, candidato unico alla segreteria del Partito e alla presidenza della Repubblica Popolare, della quale non e' stata data a tutt' oggi alcuna motivazione ufficiale.  Inoltre in Cina la dialettica politica si basa sullo scontro tra gruppi riuniti intorno ad una forte personalita' e cementati dalla lealta' personale al leader, piu' che distinzioni rigide di ''linea politica'' e lo scontro tra il gruppo che fa capo all' ex-presidente Jiang Zemin, potente e in forma a dispetto dei suoi 86 anni, e quello guidato dal suo successore Hu Jintao, non sembra essere stato risolto. La fazione di sinistra, della quale Bo Xilai era considerato il portabandiera, ha avuto un colpo dalla caduta di Bo ma rimane radicata in molti settori del Partito.   
Infine, a poche settimane dall' inizio del ''grande 18esimo''  ancora non e' stato deciso se i suoi membri del nuovo Comitato Permanente del Politburo, il vero centro del potere in Cina saranno nove, come nel decennio di Hu Jintao, o se verranno ridotti a sette, come affermano voci non confermate ma insistenti.(ANSA).
            





MURDERER AQUITTED AFTER MORE THAN 10 YEARS IN JAIL...
ZHENGZHOU, May 9 (Xinhua)-- A man who spent almost 10 years in jail for murder has been acquitted after the alleged "murder victim" reappeared in central China's Henan Province, the Provincial Higher People's Court said Sunday.
Zhao Zuohai was declared innocent by the provincial Higher People's Court on Friday after the alleged "murder victim" returned home after more than ten years.
State compensation procedure has started and a probe into the wrong conviction is underway, according to a statement of the Higher People's Court.
Judges responsible for the verdict will be punished, said Zhang Liyong, chief judge of the Higher People's Court.
According to the court statement, in October 1997, Zhao Zuohai and his neighbor Zhao Zhenshang had a fight at their hometown in Zhecheng County, Shangqiu City, after which Zhao Zhenshang went missing.
Four months later, Zhao Zhenshang's nephew, Zhao Zuoliang, reported his uncle missing to the police.
A year later, in May 1999, a headless and highly decomposed body was found in the village. Zhao Zuohai was arrested as the murder suspect and in 2002 he was convicted of murdering Zhao Zhenshang.
Zhao Zuohai was sentenced to death with a two year reprieve. The sentence was later commuted to 29-years imprisonment.
A villager from Zhao Zuohai's hometown said during the ten years Zhao Zuohai was in jail, his wife remarried and two of his four kids were adopted, with the other two leaving the village to become migrant workers.
But Zhao Zhenshang returned to the village on April 30, 2010. The Higher People's Court confirmed Zhao Zhenshang's identity on May 7 and acquitted Zhao Zuohai.
Zhao Zhenshang told Xinhua that he and Zhao Zuohai used to be good neighbors and coworkers. But the relationship deteriorated over money issues and a woman, Du Jinhui.
Zhao Zhenshang said he was enraged when he saw Zhao Zuohai was staying over at Du's home on Oct. 31, 1997. He went home but later came and hit Zhao Zuohai on the head.
Afraid of Zhao Zuohai taking revenge, Zhao Zhenshang ran away from the village.
The 56-year-old Zhao Zhenshang said he never married and that he missed home during all the years he was away. As he hadn't earned much money, he was too ashamed to return home.
Zhao's suffering reminded people of another case in 2005, in which a man, after 11 years in jail in Hubei Province for allegedly murdering his wife, was proved innocent after the woman turned up alive. The man, She Xianglin, said he had confessed to the crime under police torture.
Zhao's case triggered widespread speculation of forced confession. A county-level police official told Xinhua that police authorities are investigating if there were any forced confession and police torture in the case.
Zhao Zuohai's ex-wife Zhao Xiaoqi told the local Dahe Newspaper that police had hit her with sticks while asking her if she knew that her husband had killed others
Police are also trying to ascertain the identity of the headless corpse.

giovedì 27 settembre 2012

Ai Weiwei e gli altri




La notizia del giorno e' la conferma, da parte del Tribunale Intermedio del Popolo di Pechino, della condanna inflitta ad una societa' legata all' artista e dissidente Ai Weiwei. Chi ha seguito la Cina per qualche anno, come me, non ha mai pensato che ci sarebbe stato un verdetto diverso. La figura di Ai Weiwei, un artista riconosciuto in Cina e nel mondo come uno dei piu' creativi della Cina contemporanea, si presta ad essere discussa. Sono pronto a scomettere che ci sara' chi dira' che e' un ''furbo'', che sfrutta la situazione politica del suo Paese per farsi pubblicita'. Anche se fosse, non ci vedo francamente nulla di male - o almeno, nulla di peggio di quello che fanno i politici cinesi, serviti e riveriti dai nostri e da altri governanti, per mantenersi al potere: per esempio, mettere in galera decine di migliaia di persone e metterne ogni anno a morte migliaia con processi sommari nei quali habeaus corpus e diritti della difesa sono ignorati. Ma ci sono altri dissidenti che e' piu' difficile criticare. Per esempio l' avvocato Teng Biao. Teng fu una delle prime persone che incontrai in Cina, nel 2003, insieme al suo compagno di avventura Xu Zhiyong . Con altri giovani laureati in legge avevano creduto alle parole degli allora nuovi leader Hu Jintao e Wen Jiabao sulla loro volonta' di fare della Cina uno stato di diritto e parteciparono alle elezioni per le Assemblee di quartiere, una delle poche occasioni che i cittadini cinesi hanno di partecipare alla gestione della cose pubblica. Xu fu eletto nel distretto di Haidian, e mantenne la carica per un anno. Erano intelligenti, entusiasti, ottimisti. Giovani in gamba, pronti a dare il loro contributo alla crescita del Paese. Tempo due anni, ed erano diventati dissidenti. O meglio, loro erano rimasti sulle loro posizioni - stato di diritto, legge uguale per tutti, rafforzamento dei diritti della difesa - ma era stato il governo dei supposti riformisti Hu e Wen ad essere rimasto fermo, limitandosi a rifaffermare nei fatti che la giustizia e' diretta dalla politica e che la politica e' appannaggio esclusivo del loro Partito. In questi anni piu' volte Teng e Xu sono stati detenuti (o, secondo una moda in vigore in Cina negli ultimi anni, sono ''spariti'' per qualche settimana, il che e' poi la stessa cosa). Teng Biao l' ho sentito spesso e ogni tanto ancora lo chiamo. A volte accetta di rispondere alle mie domande, altre mi prega di soprassedere e di riprovare dopo qualche settimana. Ancora piu' raramente sento Hu Jia, che ora e' agli arresti domiciliari - credo - dopo aver trascorso piu' di tre anni in prigione per un reato di opinione. Hu Jia fu il primo, anni fa, ad aprire un centro di assistenza per i malati di Aids nella provincia dell' Henan, dove migliaia di persone avevano contratto l' Hiv per le trasfusioni di sangue fatte negli ospedali governativi senza prendere le necessarie precauzioni. Avrebbero dovuto fargli un monumento, invece che sbatterlo in galera. E che dire di Liu Xia, che ormai e' ''scomparsa'' da quasi due anni, detenuta illegalmente perche' moglie dello scrittore e premio Nobel per la pace Liu Xiaobo, condannato ad undici anni di carcere per un reato d' opinione?
Va bene venire in Cina perche' e' il mercato del futuro. Va bene sperare (peraltro invano) che il loro fondo sovrano ci compri un po' di titoli di Stato. 
Ma ogni tanto bisognerebbe ricordarsi dei Teng Biao, degli Hu Jia e dei Liu Xiabo. Il futuro della Cina, ne sono convinto, sono loro.

Aggiungo le due notizie dell' ANSA sulla vicenda:


CINA: CONFERMATA CONDANNA AI WEI WEI A PAGARE MULTA
     (ANSA) - SHANGHAI, 27 SET - Il tribunale di Pechino ha
confermato la condanna a pagare 2,4 milioni di dollari per
evasione fiscale contro l'artista e dissidente cinese Ai Wei
Wei. Lo si apprende da fonti locali.
   Ai Wei Wei aveva fatto appello al tribunale del distretto di
Chaoyang chiedendo di ribaltare la sentenza che lo ha
condannato, tramite la sua Beijing Fake Cultural Development
Ltd, per evasione fiscale a pagare 15 milioni di yuan.
L'artista, famoso tra le altre cose per essere uno degli
artefici del famoso stadio di Pechino, il Nido d'Uccello, era
stato arrestato all'aeroporto di Pechino il tre aprile 2011 e la
sua detenzione durò per 81 giorni. In seguito venne rilasciato
senza che gli fosse mossa alcuna accusa formale. Pochi giorni
dopo però la società legata all'artista è stata accusa di
evasione fiscale e condannata a pagare la multa, confermata dal
primo appello del luglio scorso.(ANSA).


CINA:AI WEIWEI, 'LA MAGISTRATURA E' AL SERVIZIO DEL PARTITO'
 (ANSA) - PECHINO, 27 SET - In Cina ''non c' e' giustizia'' e
la magistratura e' ''al servizio del Partito Comunista''. Lo ha
dichiarato all' ANSA l' artista dissidente Ai Weiwei, la cui
condanna a pagare una multa di 2,4 milioni di dollari e' stata
confermata oggi da un tribunale di Pechino. ''Questo caso e'
chiaramente politico, una rappresaglia contro un dissidente''.
   ''Hanno avuto tempo per correggere i loro errori ma il
risultato dimostra che hanno ignorato tutte le nostre
richieste'', ha proseguito il dissidente. Ai Weiwei ha aggiunto
che ''in questo Paese la legge non ha la funzione di assicurare
che ci sia giustizia per i cittadini ma non e' altro che uno
strumento per mantenere al potere il Partito Comunista''. Ai
Weiwei, 55 anni, uno degli artisti contemporaneai piu'
conosciuti in Cina e all' estero, e' stato arrestato
illegalmente per 81 giorni, l' anno scorso. In seguito e' stato
rilasciato senza essere accusato di alcun reato. Una societa' a
lui legata, la Beijing Fake Cultural Development, e' stata
condannata a pagare la multa per evasione fiscale. L' artista ha
respinto le accuse e ha sostenuto che sono motivate dalle sue
posizioni critiche verso il governo di Pechino. I suoi avvocati
avevano chiesto al tribunale di annullare la multa che e' stata
imposta alla societa' dal ministero delle finanze.(ANSA).


mercoledì 26 settembre 2012

Asia, la possibile guerra futura

 Cina-Giappone. Oppure India-Pakistan o India-Cina. Thailandia-Cambogia o Indonesia-Malaysia (per via del Borneo). No, non e' una nuova edizione del Risiko. Oggi le economie di questi e degli altri Paesi sono interdipendenti, nessuno ha veramente da guadagnare da una guerra, eccetera. Vero. A proposito delle polemiche sulle Senkaku-Diaoyu (o viceversa), che ha ispirato il pezzo che ho scritto ieri per l' ANSA e che pubblico qui sotto,  la notizia di oggi e' buona. I ministri degli esteri di Cina e Giappone si incontreranno ai margini dell' Assemblea Generale dell' Onu. Il dialogo sta quindi riprendendo e i giorni delle rabbiose manifestazioni nazionaliste (soprattutto in Cina) sembrano finiti. Pero'…facciamo un paio di considerazioni. Molti di questi Paesi - basti pensare a Cina ed India - hanno confini indefiniti. A parte le isole del Pacifico la "presa" dei governi su parte dei territori da loro controllati e' incerta (per es.il Tibet per la Cina, il Kashmir per l' India, il Baluchistan per il Pakistan…e le Senkaku per il Giappone…) e alcune di queste sono potenze emergenti (Cina e India) o potenze affermate (il Giappone), oppure non-potenze sull' orlo della disgregazione (il Pakistan)…in tutti questi Paesi l' identificazione nazionale e' ancora forte - basti pensare alla facilita' con la quale il governo di Pechino riesce a mobilitare l' opinione pubblica anche su una questione storicamente molto controversa come quella delle isole - e tutti danno ancora grande importanza al possesso del territorio…Pensate che forza avrebbe un mercato unico   non dico di tutta l' Asia ma composto solo da Giappone-Corea-Cina: popolazione, innovazione, finanza, armamenti…avrebbe tutto dalla sua parte e se non si fa, e' proprio perche' in questi Paesi ancora esiste un forte senso dell' identificazione nazionale che e' piu' forte di tante altre, pur importanti considerazioni…be', mi pare che ce ne sia abbastanza per rifletterci su…
Ecco l' articolo:


ANSA/ CINA VARA PRIMA PORTAEREI, ALTA TENSIONE CON GIAPPONE
'LIAONING' DA OGGI IN MARE, PUO' TRASPORTARE 30 CACCIA J-15
(di Beniamino Natale)
   
(ANSA) - PECHINO, 25 SET - La prima portaerei cinese da oggi é in mare. Pechino l'ha formalmente messa in servizio nel pieno dell'alta tensione con il Giappone per la disputa sulle isole Diaoyu-Senkaku, controllate da Tokyo e rivendicate, oltre che
dalla Cina, anche da Taiwan.
   Il ministero della Difesa ha affermato che l'acquisizione della portaerei, battezzata 'Liaoning', "alzerà il livello operativo di tutta la marina cinese", oltre a "contribuire a proteggere con efficacia la sovranità, la sicurezza e lo
sviluppo" del Paese.
  Secondo gli esperti, la portaerei - una vecchia nave acquistata dall'Ucraina e rimessa in funzione - servirà soprattutto all'addestramento in vista dal varo della prima
portaerei prodotta interamente in Cina, che dovrebbe avvenire non prima del 2015. La nave, che gli ucraini chiamavano Varyag, fu venduta nel 1998 alla marina di Pechino, che ha dato il via nel 2002 ai lavori di rinnovamento. Nella sua nuova versione, la portaerei avrà un equipaggio di duemila persone e potrà trasportare trenta caccia del modello J-15, prodotti interamente in Cina.
   Ma l'annuncio della messa in stato operativo della Liaoning assume un evidente significato di ammonimento mentre la tensione con Giappone per le Diaoyu-Senkaku è alta e ha coinvolto anche Taiwan, che ha inviato centinaia di pescherecci nelle acque
territoriali delle isole. La scelta del momento potrebbe essere legata anche all'imminenza del 18/esimo Congresso del Partito Comunista Cinese (Pcc), che si dovrebbe svolgere in ottobre e che dovrebbe dare il via ad un delicato processo di rinnovamento
dei vertici del Partito e dello Stato.
   Dalla fine del secolo 19/esimo le Diaoyu-Senkaku sono sotto il controllo del Giappone. Il viceministro degli Esteri cinese, Zhang Zhijun, ricevendo oggi il suo omologo giapponese, ha affermato che la Cina "non tollererà azioni unilaterali in violazione della sua sovranità", aggiungendo che il Giappone deve "abbandonare le illusioni e correggere i suoi errori". Pechino ha anche diffuso un "libro bianco" sulle isole contese, nel quale si afferma tra l'altro che "le pretese" del Giappone sulle Diaoyu-Senkaku "non hanno una base storica".
   Oltre che con Giappone e Taiwan nel Mar della Cina Orientale, la Cina ha in corso dispute territoriali nel Mar della Cina Meridionale con Vietnam, Filippine, Malaysia e Brunei. Pechino ha chiesto agli Usa di rimanere neutrali in queste dispute, che coinvolgono alcuni dei suoi principali alleati nella regione. Durante il suo recente viaggio in Asia, con una tappa anche a Pechino, il segretario di Stato americano Hillary
Clinton ha invitato la Cina e gli altri Paesi interessati a risolvere le questioni aperte "senza coercizione, senza intimidazioni e certamente senza l'uso della forza".(ANSA).




martedì 25 settembre 2012

Bo Xilai, in arrivo il verdetto

Ecco il pezzo che ha scritto per l' ANSA sulla condanna di Wang.
Sul destino di Bo, riporto un opinione autorevole, conscio che ce sono altre, diverse...non ci resta che aspettare, l' attesa non dovrebbe essere lunga...


ANSA/ CINA: CONDANNATO WANG, SI STRINGE CERCHIO SU BO XILAI
 QUINDICI ANNI DI PRIGIONE PER IL SUPERPOLIZIOTTO DI CHONGQING
 (di Beniamino Natale) 
   
(ANSA) - PECHINO, 24 SET - Il Partito Comunista Cinese ha
compiuto oggi un passo decisivo verso la definizione della sorte dell' ambizioso leader caduto in disgrazia, Bo Xilai, con la condanna a 15 anni del suo ex-braccio destro Wang Lijun. 
   L'ex-capo della polizia ed ex-vicesindaco della metropoli di Chongqing (Cina del sudovest) è stato riconosciuto colpevole di diserzione, abuso di potere, corruzione e di aver strumentalmente usato la legge a proprio favore. Il Tribunale Intermedio del Popolo di Chengdu, che ha condotto il processo contro Wang, ha sottolineato in un comunicato che l'ex-superpoliziotto ha collaborato con le autorità, dando un "importante contributo" alle indagini su "gravi crimini commessi da altre persone". "Quindi - ha proseguito la Corte - può ricevere una sentenza lieve". I reati dei quali è stato accusato avrebbero potuto essere puniti con una condanna a morte o con l' ergastolo. 
   La testimonianza di Wang è stata decisiva per incastrare
definitivamente Bo Xilai, che con ogni probabilità finirà
anche lui in tribunale con le accuse di favoreggiamento, abuso di potere e corruzione. "Credo che il processo contro Bo Xilai possa essere annunciato nel corso di questa settimana", ha dichiarato all'ANSA Li Weidong, ex-direttore della rivista 'China reform', che ha seguito da vicino tutta la vicenda che ha visto protagonisti Bo Xilai e Wang Lijung. 
   L'ex-superpoliziotto, 52 anni, originario della Mongolia
Interna, era stato chiamato a Chongqing proprio da Bo Xilai, che gli aveva affidato la conduzione della sua campagna contro la mafia locale. L'iniziativa ha portato ad un maxi-processo che si é concluso con centinaia di condanne, 13 delle quali a morte.
Con il processo la popolarità dei due implacabili nemici del
crimine sale alle stelle, tanto che Wang viene scelto come
modello di una serie televisiva sulle avventure di un
"poliziotto di ferro" mentre Bo appare destinato ai vertici
nazionali del Partito. All'inizio di febbraio, a sorpresa, Wang
fugge nel Consolato americano di Chengdu, uscendone solo dopo 36 ore e dopo che gli era stato rifiutato l'asilo politico. Agli inquirenti cinesi che lo arrestano racconta di aver scoperto che la moglie di Bo Xilai, Gu Kailai, aveva fatto uccidere il consulente britannico Neil Heywood per divergenze d' affari.
Wang aveva in un primo momento accettato di coprirla ma poi, pentito, aveva comunicato a Bo che sarebbe andato avanti con le indagini. Per tutta risposta, Bo lo avrebbe schiaffeggiato e minacciato. 
   Gu Kailai è stata condannata  in agosto all'ergastolo per
l'omicidio di Heywood. Il reato di corruzione è legato a due
appartamenti di Pechino che sarebbero stati regalati a Wang da due imprenditori legati a Bo Xilai. "Penso che per queste
accuse Bo avrà una sentenza pesante, intorno ai 20 anni di
prigione", ha sottolineato il giornalista Li Weidong. "Senza
una definizione del caso di Bo per il Partito è molto difficile
procedere con il Congresso", ha aggiunto. 
   Il Congresso, il 18esimo, si dovrebbe tenere prima della fine di ottobre e si ritiene che darà il via ad un delicato processo di rinnovo della dirigenza cinese. A guidare la nuova generazione di dirigenti sarà l'attuale vicepresidente Xi Jinping, che assumerà al Congresso la carica di segretario del Partito e nella prossima primavera quella di presidente della Repubblica Popolare. Con lui, saranno scelti gli altri membri del nuovo Comitato Permanente dell'Ufficio Politico (Cpup), l'organismo oggi composto da nove persone che è considerato il vero governo della Cina.(ANSA).



domenica 23 settembre 2012

"J" come Jakarta


Xi Jinping e' riapparso, le manifestazioni anti-giapponesi sono finite, la data del Congresso non e' ancora stata annunciata...in attesa di novità' dal fronte, pubblico due o tre considerazioni sul provincialismo che contraddistingue i giornalisti italiani e altri autorevoli esponenti del Bel Paese...

Jakarta si scrive con la "J". Lo sanno tutti ma andate a spiegarlo ai giornalisti italiani! Loro continuano a parlare di un luogo immaginario chiamato Giacarta, la cui esistenza e' dubbia almeno quanto quella di Paperopoli. E non c' e' verso di convincerli del contrario! Credete a me, che ci provo invano da una trentina d' anni…nel corso di questi anni, alti dirigenti di importanti organi d' informazione  mi hanno detto - e' il caso di un papavero di Rai3 nel 2000 - frasi come  "l' Afghanistan l' abbiamo gia' fatto"…che cavolo voglia dire ancora me lo domando ma il servizio, che parlava tra l' altro di un certo Osama bin Laden, non lo compro' (poi venne il 9/11, ma questa e' un' altra storia…) . Lasciamo da parte i brutti ricordi e procediamo. 
Il provincialismo di chi insiste a non guardare oltre il proprio ombelico, non riguarda solo noi scribacchini ma, sfortunatamente, investe anche altri campi dell' attivita' umana e ha fatto - sta ancora facendo - al nostro amato Paese danni incalcolabili. Una sua inspiegabile caratteristica e' che e' selettivo…si puo' pensare a quella consigliera di una Importante Regione Italiana (IRI) che per spiegare alle puttane che dovevano andare a letto con il capo cominciava con un ''ti briffo''... Oppure a quel Ministero della Repubblica  chiamato “del Welfare”…perche’ i nostri Aristogitoni non lo scrivono “Uelfer”? Boschh….
Ma veniamo ad un esempio di dannoso provincialismo piu’ vicino a noi. Sicuramente tutti conoscete quell' attempato capitano d' industria oggi presidente di un noto thinktank (come si traduce in Italico? Io non ci provo nemmeno)  che ogni anno organizza viaggi di giornalisti in Tibet per convincerli che sul Tetto del Mondo si vive liberi e felici…la sua ingenua speranza e' che questo gli apra degli spazi nel nuovo Paradiso del Consumo (del resto di la da venire, come tutti I Paradisi)…Peccato che 30 anni fa, quando era CEO (anche se allora si diceva in un altro modo) di un' III (Importante Impresa Italiana) non si era accorto che la Cina esisteva, che si stava aprendo, e che era il mercato del futuro. Nel frattempo i concorrenti dell' Importante Impresa Italiana si davano da fare e oggi che la Cina e' il mercato del presente, si guardano bene dal mollarlo ai suoi eredi, maglioni o non maglioni…Basta, non voglio briffarvi piu' a lungo, cari lettori. Ma vi prego, pensateci su: Jakarta si scrive con la J e con la K. E non per questo si legge Iacarta.





sabato 22 settembre 2012

Wukan, la terra e la democrazia



Traballa l' esperimento di democrazia piu' importante in corso in Cina. Quello del villaggio di Wukan, dove i rappresentanti liberamente eletti dei cittadini non riescono ad ottenere la restituzione delle terre che erano state vendute illegalmente a un costruttore. Terra e democrazia sono tra i problemi piu' importanti nella Cina di oggi...
Qui sono pubblico il pezzo che ho scritto ieri per l'ANSA e quello che ha scritto a marzo, quando si sono tenute le elezioni.


ANSA/ CINA: IN CRISI 'MODELLO DEMOCRATICO' DEL VILLAGGIO WUKAN
CONTESTATI I LEADER DELLA RIVOLTA PER LA TERRA
(di Beniamino Natale)
            
(ANSA) - PECHINO, 21 SET - L'acclamato ''esperimento democratico'' di Wukan, un villaggio nel sud della Cina chel'hanno scorso ha eletto liberamente i propri rappresentanti, e' sull'orlo del fallimento. Oggi un centinaio dei suoi abitanti ha protestato davanti la sede del Comitato di villaggio - che essi stessi avevano eletto - accusandolo di andare a rilento nel processo di recupero e restituzione delle terre che avrebbe illegalmente venduto a dei costruttori.
Wukan, un paese di diecimila anime sulla costa meridionaledella Cina, l'anno scorso ha calamitato l'attenzione della stampa internazionale per una rivolta di massa contro i leader politici locali, accusati di essere in combutta con la grande impresa edile alla quale avevano venduto le terre di proprietà' collettiva del villaggio.
Dopo dieci giorni di tensione, il Partito Comunista dellaprovincia del Guangdong - guidato dal riformista Wang Yang, che potrebbe assumere un importante carica nazionale al prossimo Congresso nazionale del Partito, tra qualche settimana - si era schierato a sorpresa dalla parte dei ribelli. Pochi mesi dopo, in marzo, i leader della rivolta venivano eletti a furor di popolo nel nuovo Comitato di villaggio, spingendo qualcuno a parlare di un ''modello Wukan'' per la democratizzazione della Cina.
Ora, gli ex leader della rivolta si trovano a fronteggiareuna nuova ondata di proteste. Uno di loro, Yang Semao, hadichiarato all'ANSA che il comitato ''sta facendo il possibile'' per censire le terre indebitamente vendute e per restituirle ai precedenti proprietari. ''Su diecimila persone e' normale che ci sia qualcuno non soddisfatto'', ha aggiunto. Yang ha anche sollevato l'ipotesi che dietro ai contestatori ci siano i leader corrotti deposti l'anno scorso. ''Ci sono in ballo grossi interessi - ha sostenuto - per esempio quelli dei vecchi dirigenti e quelli dei gruppi gangsteristici che controllavano la terra''. Secondo i membri del Comitato, da marzo a oggi sono stati restituiti ai cittadini circa 253 ettari del terreno che era stato illegalmente ceduto ai costruttori. ''Abbiamo fatto del nostro meglio'', ha detto Yang, sottolineando le difficoltà' pratiche e burocratiche nel censire tutti gli appezzamenti di terra che erano stati venduti dal vecchio Comitato.
La terra in Cina e' di proprieta' pubblica e viene gestitaper conto della collettivita' dai Comitati di villaggio. Si tratta di organismi che dagli anni Novanta sono elettivi, ma di solito i loro componenti vengono eletti su liste bloccate, preparate dai locali dirigenti del Partito Comunista. Ogni anno in tutto il Paese migliaia di persone protestano contro lavendita della terra, che rappresenta una delle principali font di finanziamento per le autorita' locali. (ANSA)
    
ANSA/ CINA: WUKAN, I RIBELLI VINCONO LE ELEZIONI
MA IL PROBLEMA DELLA TERRA RIMANE IRRISOLTO
   (di Beniamino Natale)
  
 (ANSA) - PECHINO, 3 MAR - In un'atmosfera di festa paesana, migliaia di residenti del ''villaggio ribelle'' di Wukan, sulla costa meridionale della Cina, hanno votato oggi per eleggere i sette membri del comitato di villaggio in quella che e' stata definita la prima ''vera'' elezione libera nella Cina comunista.
Le votazioni si sono svolte in modo apparentemente regolare nel cortile della scuola elementare di questo borgo di 13mila abitanti, che l'anno scorso e' stato teatro di un'aspra battaglia dei residenti contro la requisizione forzata delle terre.
   Elezioni per i Comitati di villaggio si svolgono dagli anni
novanta nei villaggi cinesi. Quello che distingue le elezioni di
Wukan dalle altre e' che sono state completamente autogestite da un apposito comitato i cui componenti sono tutti i leader della battaglia per la restituzione delle terre. Di solito, le elezioni si svolgono sulla base di una lista bloccata elaborata dai locali dirigenti comunisti.
   Lin Zuluan, un ex-imprenditore di 67 anni, leader della
contestazione e dal 1965 (secondo l'agenzia Nuova Cina) membro del Partito comunista, e' stato eletto segretario del nuovo Comitato dai circa settemila elettori (l' 81,5% degli aventi diritto) che si sono recati alle urne. Con lui, gli altri sei
componenti del Comitato - i cui nomi si sapranno nei prossimi giorni - sono stati scelti dagli elettori da una lista di 21 candidati, tutte persone che sono state impegnate in prima fila nella lotta per la terra. Muovendosi nel grande cortile, seguito da un codazzo di fotografi e cameraman, Lin evita di rispondere
direttamente alle domande dei giornalisti, accorsi da tutto il
mondo per assistere alle elezioni ''libere''. '' La prima cosa
che dobbiamo fare - si limita a dire - e' studiare tutti i
documenti della vendita''. Secondo i residenti, oltre due terzi
della terra del villaggio sono stati ''illegalmente'' venduti ad
una grande impresa edile di proprieta' di capitalisti di Hong
Kong e - sospettano - di alcuni potenti locali. Lin e' stato
eletto a sorpresa, in gennaio, segretario della locale sezione
comunista, dopo l'intervento diretto di Wang Yang, il leader del Partito comunista della provincia nella quale si trova Wukan, il Guangdong, ed esponente di spicco dell'ala riformista e moderata del Partito a livello nazionale. La scelta e' stata approvata - secondo un residente - da ''tutta'' la popolazione del villaggio, e ha disinnescato la tensione dopo che i dirigenti locali ritenuti corrotti erano stati allontanati con la forza da Wukan e che il villaggio si era autogestito per dieci giorni, circondato dalla polizia, ma sostenuto dal tam-tam su Internet e dalla rilevanza che la storia ha avuto sulla grande stampa internazionale. I contestatori, dunque, vanno al potere ma, dal modo nel quale si sono svolte le elezioni appare chiaro che un compromesso con le autorita' provinciali c'e' stato. ''Le elezioni sono un primo passo, ora dobbiamo pensare a recuperare le nostre terre'', ha dichiarato all'ANSA Zhuang Lie Hong, un altro dei ribelli-candidati.
   Dopo le elezioni il problema della terra rimane aperto. Come rimane aperto l'altro, grande problema di Wukan, cioe' la morte in custodia di Xue Jinbo, uno dei rappresentati eletti dai residenti per trattare con le autorita' nelle prime fasi della rivolta. La polizia afferma che e' deceduto per un ''improvviso attacco di cuore'', ma la famiglia sostiene che Jinbo non aveva mai avuto problemi cardiaci. Che esista, come ha detto qualcuno, un ''modello Wukan'' per la soluzione dei problemi legati alla proprieta' della terra rimane tutto da dimostrare.(ANSA).