sabato 24 novembre 2012

Immolazioni, parla Ai Weiwei

Ieri (il 23 novembre) abbiamo avuto notizia di un' altra immolazione di un giovane tibetano, sempre a Tongren o Rebkong. Ho chiamato Ai Weiwei, per chiedergli un commento. Ecco quello mi ha risposto, nel pezzo che ho scritto per l' ANSA. Intanto, c' e' stata un' altra immolazione, e siamo a ottanta. Chissa' quanto può' andare avanti.


ANSA/ TIBET:IMMOLAZIONI;AI WEIWEI ROMPE SILENZIO,SONO SCIOCCANTI
PER ARTISTA DISSIDENTE NECESSARIO 'ASCOLTARE I TIBETANI'

                     (di Beniamino Natale)
   (ANSA) - PECHINO, 23 NOV - Il proseguire delle immolazioni dei tibetani è "scioccante" e ha creato una situazione che "deve preoccupare sia la Cina che la comunità internazionale". Lo ha detto in una dichiarazione all'ANSA l'artista e dissidente cinese Ai Weiwei, rompendo il silenzio degli intellettuali del Paese sul dramma dei suicidi ai quali decine di tibetani stanno ricorrendo per protestare contro la politica cinese nel territorio e chiedere il ritorno in patria del Dalai Lama, il leader buddhista e premio Nobel per la pace che vive in esilio in India dal 1959.
   "L'unico modo per mettere fine a questa situazione è
ascoltare le voci dei tibetani, smettere di maltrattarli", ha
aggiunto Ai Weiwei. Fino ad ora solo lo scrittore Wang Lixiong e l'avvocato Teng Biao avevano parlato apertamente in favore dei tibetani e delle loro rivendicazioni.
   Gran parte della Regione Autonoma del Tibet e delle altre
aree della Cina a popolazione tibetana sono di fatto chiuse agli osservatori stranieri dal 2008, quando un rivolta anti-cinese provocò la morte di circa 200 persone, secondo fonti tibetane.
Il governo di Pechino ha invece sempre parlato di una ventina di vittime, in grande maggioranza immigrati cinesi uccisi dai manifestanti tibetani a Lhasa, la capitale "storica" del Tibet.
   L'accesso a Lhasa è stato severamente ristretto dopo che due immolazioni si erano verificate sulla piazza del Barkor, uno dei templi più importanti per i buddhisti tibetani. Oggi la città é inavvicinabile per la maggioranza dei tibetani residenti in altre aree della Cina. Particolari restrizioni, secondo i gruppi umanitari internazionali, sono state imposte ai residenti delle aree tibetane del Sichuan e del Qinghai, dove si sono verificate la maggior parte delle immolazioni.
   Secondo i gruppi di tibetani in esilio, con quella di oggi le
immolazioni sono state 79 dal 2009 e 65 dall'inizio dell'anno.
Protagonista dell'ultima protesta è stato un giovane di 18
anni, Lubum Gyal, che secondo fonti degli esuli tibetani è
morto per le ustioni riportate. L'immolazione è avvenuta nella zona di Tongren (Rebkong in tibetano) nella provincia del Qinghai (nordovest della Cina).
   La Cina accusa il Dalai Lama di "istigare" le immolazioni.
Il leader tibetano ha respinto le accuse. Secondo il governo
tibetano in esilio, che ha la sede in India, solo una ripresa
del dialogo tra Cina e rappresentanti tibetani può mettere fine alle immolazioni e riportare la pace nella regione.(ANSA).

2 commenti:

  1. Certo che il commento di Ai Weiwei non e' tanto articolato. Mi rendo conto che per voi il peso (e, aime', la sostanza) delle sue dichiarazioni e' ormai al livello dei capi di stato e dei leader religiosi.

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    1. Dopo tutto e' un intellettuale cinese, già' tanto che abbia parlato...e sicuramente tra tutti i dissidenti, o critici, del governo di Pechino e' quello che si sa vendere meglio...

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