Il caso piu' evidente e' quello di Yang Jia, un giovane pechinese di 28 anni, che in una mattina d' estate del 2008 tiro' otto bottiglie molotov contro il commissariato di Zhabei, un quartiere periferico di Shanghai. Un poliziotto che era di guardia, Gu Jiangmin, cerco' di fermarlo e Yang lo colpi' con una coltellata. Poi entro' nel commissariato e accoltello' nove agenti, prima nella lobby e poi in altre stanze. Sei dei feriti - ai polmoni, al fegato, al collo - morirono dissanguati prima che fosse possibile soccorrerli.
Finalmente fu bloccato e trovato in possesso, oltre che di altre bottiglie molotov e del coltello da cucina insanguinato, di un martello e di una mascherina da ospedale.
Questa la ricostruzione dei fatti della autorita' di Shanghai. Lacunosa e sommaria, come al solito, ma pur sempre l' unica ricostruzione che sia stata fatta dell' accaduto. Nei giorni seguenti emerse un "movente": due anni prima, Yang era stato fermato dalla polizia di Shanghai per una ragione ridicola - la bicicletta sulla quale stava pedalando non era stata regolarmente registrata, quindi si poteva nutrire il sospetto che l' avesse rubata - ed era stato picchiato selvaggiamente e umiliato. Niente di sorprendente. La brutalità' poliziesca fa parte dell' esperienza quotidiana dei cinesi poveri. Quello che mi ha sorpreso e' stata la reazione della popolazione. Che non e' venuta solo dai commenti su Internet - come questo, citato dal Daily Telegraph del 27.8.08: "hai fatto quello che tutti sognano, ma non hanno il coraggio di fare" - ma anche sui giornali, che sono tutti strettamente controllati dalle autorita'.
Per qualche settimana fu un succedersi di pronunciamenti in favore del giovane assassino. In fondo, non erano stati gli agenti agenti uccisi a picchiarlo e qualsiasi torto avesse subito rimane il fatto che - almeno secondo le accuse - aveva ucciso sei persone. Pero' aveva avuto il coraggio di ribellarsi allo strapotere degli agenti delle varie forze di polizia che compiono soprusi continuamente, in genere nell' impunita' piu' totale: per esempio quelli che furono denunciati dall' attivista Chen Guancheng - poi rocambolescamente emigrato negli USA - nella sua provincia natale dello Shandong, dove i poliziotti torturavano a bastonate i vicini delle donne che pensavano fossero scappate in altre province per partorire in violazione della legge sul figlio unico, nella supposizione assolutamente arbitraria che sapessero dove si nascondevano. Vi rendete conto? Si può' venire torturati per essere vicini di casa di una coppia che ha deciso di avere il secondo figlio! E potete stare sicuri che i torturatori resteranno impuniti - proprio come quelli denunciati sette anni fa da Chen...
Un' altro caso che ha suscitato un' ondata di simpatia - piu' facile, se volete - e' stato quello di Deng Yujiao, una ragazza di 21 anni che il 10 maggio del 2009, in una stanza d' albergo nella contea di Badong (provincia dell' Hubei), ha ucciso a coltellate Deng Guida, un alto funzionario locale che aveva tentato di violentarla. Yujiao faceva la pedicure e il funzionario aveva dato per scontato che nel prezzo fosse compresa una prestazione sessuale. Anche in questo caso, Internet e' diventata bollente (qualcuno ha contato quattro milioni di messaggi) per i pronunciamenti di cittadini di tutte le eta' in favore della giovane assassina. Ok, la figura del funzionario che si approfitta della ragazza e' odiosa e anche io confesso di simpatizzare con Deng Yujiao, nonostante le coltellate. Pero' esistono delle leggi e quello che ha fatto si potrebbe configurare come "eccesso di legittima difesa" o qualcosa del genere, credo.
La ragazza e' stata arrestata e avrebbe dovuto essere processata. Invece, sull' onda del plebiscito mediatico a sua favore e' stata rilasciata dopo pochi giorni e accusata di un reato minore, quello di "violenza intenzionale". Poi fu deciso che, a causa del suo "stato mentale" non poteva essere processata neanche per quello e fu rilasciata (il che la dice lunga anche sul potere che ha acquisito Internet in Cina, ma questo e' un altro discorso...).
A Yang Jia non e' andata altrettanto bene. Il suo processo e' stato ritardato a causa delle Olimpiadi di Pechino. Poi e' stato condannato alla pena capitale e messo a morte il 26 novembre 2008.
Insomma, il rapporto che i comuni cittadini cinesi hanno con il loro governo e' strano, fatto di un misto di sfiducia, di fatalismo, di indignazione per le ingiustizie che vengono commesse quotidianamente e di speranza in un futuro migliore. Mi spingerei a dire che e' basato sul semplice buon senso, com mi sembra dimostri il pezzo che ho scritto ieri per l' ANSA con la mia collaboratrice Lu Haihong sul modo nel quale i comuni cittadini guardano al 18esimo congresso del Partito Comunista Cinese:
ANSA/ CINA: CONGRESSO 'STORICO' MA CITTADINI INDIFFERENTI.
'NON CAMBIERA' LA NOSTRA VITA, PRIORITA' RIDURRE DISEGUAGLIANZE'
(di Lu Haihong e Beniamino Natale)
A due giorni dall' apertura del 18esimo congresso del Partito Comunista. Cinese che eleggera' una nuova generazione di leader, la maggior parte dei cittadini non sembra preoccuparsi molto di questo ''storico'' evento.
''So che il congresso ci sara' presto ma non credo che avra' una grossa influenza sulla mia vita'', dice Yang, 32 anni, esperto di software originario del sud che vive da sette anni a Pechino. Lo stesso afferma Meng, una ''baby-pensionata'' di 50 anni che ora arrotonda la pensione lavorando come collaboratrice domestica: ''sono una persona semplice, non credo che la mia vita possa subire dei cambiamenti per via del congresso'', ha dichiarato all' ANSA. Anche il giovane disoccupato Liu, di 23 anni, che pure non nasconde le sue simpatie per gli ultranazionalisti, e' d' accordo: ''non credo che ci saranno delle novita' in politica interna'', sostiene. ''Forse ci saranno cambiamenti in politica estera, sulle isole Diaoyu (che si trovano nel Mar della Cina Orientale e sono al centro di una disputa col Giappone) o sulle relazioni con Taiwan (l' isola di fatto indipendente che Pechino rivendica). Ma per quanto riguarda il 18esimo congresso, non lo seguo molto, perche' non tocchera' la mia vita quotidiana''.
Il contadino Wang, di 58 anni, che coltiva fragole in un sobborgo rurale dI Pechino, e' molto contento di come sono andate le cose negli ultimi anni: ''negli ultimi cinque anni il nostro livello di vita e' continuamente migliorato'', dice. ''Certo non possiamo paragonare un contadino come me ai miliardari delle citta' ma io sono soddisfatto, la mia situazione migliora ogni anno…le fragole sono passate da 15 a 45 yuan al chilo, e guadagno molto di piu''. Wang approva i leader cinesi dimissionari, il presidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao e ha fiducia nei loro successori designati, rispettivamente Xi Jinping e Li Keqiang, nei quali ha ''molta'' fiducia. Ma anche lui ritiene che il congresso ''cambiera' la mia vita, perche' le politiche rimarranno piu' o meno le stesse''. Al contrario l' esperto di software Yang e' critico verso gli attuali dirigenti: ''non credo che siano riformisti - sottolinea - in dieci anni non hanno fatto alcuna riforma, neanche quella dell' hukou (il permesso di residenza, che attualmente impone ai cinesi di non spostarsi dal luogo nel quale sono nati)''.
Quanto ai principali problemi che i nuovi arrivati nelle stanze del potere dovranno affrontare anche su questo, secondo il piccolo campione di intervistati dall' ANSA, c' e' consenso. L' esperto di software Yang, la pensionata Meng e il disoccupato Liu mettono al primo posto ''le crescenti differenze tra ricchi e poveri''. Il contadino Wang si differenzia, ritenendo che il problema principale del Paese sia quello della corruzione nella vita pubblica. Ma questo non inficia il suo ottimismo: ''spero che (i nuovi leader) facciano qualcosa contro la corruzione. Magari non potranno risolvere il problema completamente, al 100%. Ma almeno eliminarla per il 70-80%, questo si, spero proprio che lo facciano''.(ANSA).
Aggiungo che il regista Ying Liang ha girato un film sulla vicenda di Yang Jia, che si chiama When Night Falls. In Cina e' stato censurato ma ha avuto un buon successo internazionale, per esempio ai festival di Locarno e di Toronto.
Ciao Beniamino, grazie per le storie che raccogli e ci racconti, e complimenti per il blog
RispondiEliminagianni criveller