martedì 20 novembre 2012

Obama a Rangoon, cinque domande e tre risposte


Prima della visita del presidente americano Barack Obama a Rangoon, il Washington Post ha scritto che c' erano cinque importanti domande alle quali avrebbe dovuto rispondere per rendere convicente questa sua iniziativa, coraggiosa e discutibile.
Proviamo a elencarle e a vedere le risposte che Obama ha dato, sul campo:

1. Chi avra' piu' visibilita' diplomatica: Aung San Suu Kyi o il presidente Thein Sein?
Direi che la vittoria ai punti d Aung San, la leader dell' opposizione democratica perseguitata per oltre due decenni dai militari, e' abbastanza chiara. Un po' perche' i media hanno dato piu' risalto a lei, un po' perche' Obama non e' andato nella capitale della giunta, Nay Pyi Taw, la pazzesca citta'-fantasma costruita per misteriose ragioni dai militari in piena giungla. Una cosa veramente insolita per un presidente straniero in visita. Di piu', Thein Sein si e' spostato lui, andando a Rangoon apposta per incontrarlo. Un punto per il presidente americano.

2. Obama offrira' al governo birmano qualcosa di tangibile?
Sembra che non l' abbia fatto, ma potrebbe aver promesso qualcosa a Sein, qualcosa che e' rimasta confidenziale. Diciamo che non lo sappiamo, tanto per andare sul sicuro. Zero punti.

3. Obama parlera' dei violenti scontri etnici, una questione che qui (in Birmania) e' molto delicata?
Ne ha parlato e come, nel suo discorso all' Universita' di Rangoon. E' stato uno dei "momenti alti" del suo discorso. Obama ha nominato i Rohingyas, la minoranza musulmana perseguitata dagli estremisti di etnia birmana e di religione buddhista, e ha fatto appello alla riconciliazione nazionale. Avviata la democratizzazione, quello dei rapporti tra la maggioranza birmana e le minoranze e' forse il problema piu' grave del paese. Obama l' affrontato, chiamando le cose col loro nome. Un punto.

4. Verra' discussa la Cina, e il gruppo regionale dell' ASEAN come un possibile contrappeso?
Bah! Obama ne ha parlato, sicuro, dicendo pero' cosa abbastanza vaghe. Che gli USA "danno il benvenuto", all' emergere delle nuove potenze asiatiche, Cina e India. Direi che su questo punto non ha dato risposte. Zero punti ma…
Ma ricordiamo che forse sotto questo punto di vista la sua presenza al vertice dell' ASEAN e' significativa di per se…come ha detto il suo collaboratore Thomas E. Donilon (che secondo alcuni potrebbe succedere a Hillary Clinton come segretario di Stato) : "…non stiamo solo riequilibrando (la nostra politica estera) verso l' Asia…stiamo anche riequilibrando i nostri sforzi all' interno dell' Asia. Per ragioni storiche e di altro tipo siamo stati fortemente presenti nell' Asia del nordest, ora stiamo guardando in modo nuovo all' Asia del sudest e all' ASEAN".

5. Chiamera' il paese Burma o Myanmar?
Obama ha scelto di chiamarlo Myanmar, il nome preferito dalla giunta militare, mentre gli esuli continuano a chiamarlo Birmania. Una concessione che direi necessaria, dato che in cambio il presidente 1.ha incontrato Aung San, 2.ha parlato, e ha parlato chiaramente, senza evitare i problemi "delicati" all' Universita' e 3.come ho sottolineato in precedenza non e' andato a Nay Pyi Taw.
Un membro della delegazione americana ha detto che si e' trattato di una "cortesia diplomatica". Ok, un punto.

Con questo non voglio santificare Obama ne negare la fondatezza delle obiezioni sollevate dagli esuli birmani. Come si dice in questi casi, sara' la storia a giudicare. Pero' il presidente americano ha certamente dimostrato di essere un grado di giocare all' attacco: il futuro e' in Asia e non solo nellla collaborazione-scontro con la Cina e tantomeno nel sempre piu' sterile conflitto tra israeliani e palestinesi (che prosegue sulle stesse vecchie strade dei bombardamenti e dell' estremismo anche per responsabilita' americane, ma questo e' un altro discorso). A favore del presidente americano, anche l' appello alla Corea del Nord: "...non dobbiamo essere definiti dalle prigioni del passato...".
Overall, direi tre a due per Obama. Buon risultato, ma il campionato e' appena cominciato...

Ecco il link con l' articolo del WP con le cinque domande:

e quello a un' interessante cronaca della visita, pubblicata dal Christian Science Monitor:

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