venerdì 9 novembre 2012

Jiang Zemin biondo e altre novita'



Dopo mesi di cappa e spada - assassini di uomini d' affari (o spie?) britanniche, incidenti con Ferrari nere nelle notti brave dei giovani pechinesi, sparizioni inspiegabili dei massimi dirigenti - e mentre l' economia internazionale, e quindi anche quella cinese, continuano ad andare maluccio, e' cominciato il 18esimo Congresso del Paritito Comunista Cinese.
Nell' indifferenza generale, in questo periodo, 56 tibetani hanno tentato di uccidersi dandosi fuoco per protesta contro la politica della Cina nel territorio. Nel giorno dell' apertura del 18esimo, ci sono stati cinque o sei tentativi, in diverse zone a popolazione tibetana. Se si aggiungono a quelli che hanno compiuto il loro drammartico gesto nei mesi precedenti - a partire dalla primavera del 2009 - gli "autoimmolati" hanno raggiunto la cifra di 69. Il governo degli Stati Uniti ha menzionato il fatto con la Cina, come la responsabile per i diritti umani dell' Onu, Navi Pillay. I principini fanno finta di niente, in pubblico, ma sotto sotto - almeno secondo fonti tibetane - hanno mandato messaggi a Dharamsala su una possibile ripresa del dialogo, naturalmente dopo che il 18esimo sara' finito e il nuovo line-up del Partito rivelato. 
A proposito del quale siamo ancora in alto mare. Rivelazioni, indiscrezioni e ipotesi si succedono freneticamente - ma sono tutti sentiti dire di terza e quarta mano. Anche in questo caso, non ci resta che aspettare il giorno della Rivelazione, cioe' la prima mattina dopo la conclusione del 18esimo, quella del 15 novembre (se faranno come le altre volte, cosa probabile ma non certa).
Questo e' il bello coi principini: regole non ci sono, fanno come meglio gli aggrada…sempre che riescano a mettersi d' accordo!

Ecco il pezzo che ho scritto ieri per l' ANSA, al quale aggiungo un paio di cose:

uno dei destinati al Paradiso, il Comitato Permanente dell' Ufficio Politico, l' esperto economista laureato all' Universita' Kim Il-Sung di Pyongyang (nientepopodimeno!) Zhang Dejiang ha risposto a un paio di domande - dopo che decine di giornalisti cinesi e stranieri erano stati due ore in piedi ad ascoltare una pallosissima riunione della delegazione di Chongqing. Zhang 66, anni, fedelissimo dell' ex-presidente e attuale Grande Vecchio del Partito Jiang Zemin (che nel frattempo, a 86 anni, e' diventato biondo - lo giuro! Lo hanno visto tutti nella Sala dell' Assemblea del Popolo, dove i lampadari sono grandi come il mio appartamento di Roma!), e' stato inviato a Chongqing in sostituzione del cattivo Bo Xilai, marito della cattivissima Gu Kailai.
Ha detto: 1. che non e' mai esistito un "modello Chongqing"; 2. Di non aver visto prove che Neil Heywood - il cittadino britannico per il cui assassinio Gu Kailai e' stata condannata - fosse una spia dell' M16. Ma questa penso che sia l' ennesima bufala del sempre piu' bufaloso Wall Street Journal.




ANSA/ CINA: HU APRE CONGRESSO E LANCIA ALLARME CORRUZIONE

MA TACE SU RIFORME POLITICHE. 'ORA DIVENTARE POTENZA MARITTIMA'

                  (di Beniamino Natale)
   (ANSA) - PECHINO, 8 NOV - Il presidente uscente Hu Jintao ha aperto oggi a Pechino il congresso del Partito Comunista Cinese con un discorso agli oltre 2000 delegati nel quale ha lanciato l'allarme corruzione che potrebbe portare anche a un "crollo" della Repubblica popolare.  
   Parlando nella Sala dell'Assemblea del Popolo su piazza
Tiananmen, addobbata con bandiere rosse e un'enorme falce e martello, Hu ha però accennato in modo solo generico alle attese "riforme politiche", vale a dire a misure di democratizzazione della vita politica della seconda potenza economica mondiale, molto attese fuori e dentro la Cina.
   "Se non affrontiamo il problema della corruzione, essa
potrebbe provocare una crisi del Partito e anche un crollo dello Stato", ha sottolineato. "La riforma della struttura politica é una parte importante delle riforme generali e dobbiamo prendere iniziative positive e prudenti in questa direzione", ma "la Cina non copierà mai un sistema politico occidentale", ha aggiunto Hu, deludendo le attese di chi si aspettava annunci di radicali innovazioni nell'organizzazione interna del Partito.
   Nel congresso, che si concluderà giovedì prossimo, Hu
Jintao (70 anni) lascerà il posto di segretario del Partito al
suo successore designato Xi Jinping (59), che in marzo assumerà anche la carica di presidente della Repubblica popolare.
Lanciando nel suo discorso l'obiettivo di raddoppiare il
Prodotto nazionale interno (Pil) e il reddito medio della
popolazione entro il 2020, Hu ha implicitamente rivendicato i
"dieci anni d'oro" della sua gestione, durante i quali il Pil
della Cina è cresciuto fino a diventare il secondo del mondo,
inferiore solo a quello degli Stati Uniti, e la modernizzazione
del Paese ha subito una decisa accelerazione. 
   Hu arriva a questo momento, delicato per il Paese e per lui
personalmente, indebolito sia dal rallentamento dell'economia che dalle critiche che gli sono state rivolte anche all'interno del Partito, per il suo immobilismo politico. A testimoniare i problemi sociali irrisolti è la notizia che nelle ultime ore ben sei tibetani hanno tentato di uccidersi col fuoco per protesta contro la politica nel territorio, portando il totale delle autoimmolazioni a 69 da due anni e a 56 nel solo 2012. 
   Il processo di successione che prende il via al congresso e
che vedrà salire al potere una nuova generazione di dirigenti
politici cinesi è stato lungo e difficile. Nei mesi scorsi il
Partito è stato scosso dallo scandalo di Bo Xilai, l'ambizioso
leader della metropoli di Chongqing che verrà processato per corruzione e abuso di potere, e dalla misteriosa "scomparsa" del leader in pectore Xi Jinping, che per due settimane in settembre non è stato visto in pubblico. La sparizione non è stata spiegata e l'ipotesi che riscuote più credito è che abbia minacciato le dimissioni se non fosse stato trovato un accordo sulla successione tra le principali fazioni, quella che fa capo a Hu Jintao (i cosiddetti 'tuanpai', cioé gli ex dirigenti dell'ala giovanile del Pcc) e quella guidata dall'ex-presidente Jiang Zemin, composta in larga parte da figli e nipoti dei "grandi rivoluzionari", che vengono chiamati i "principini" dai cinesi. 
   Si ritiene che Jiang (86 anni) abbia imposto la promozione
nel Comitato Permanente dell'Ufficio Politico (Cpup), il vero
cuore del potere cinese, di molti dei suoi alleati. Il nuovo
Cpup verrà presentato al pubblico tra una settimana, a
conclusione del congresso.
   Le tensioni nel Partito, secondo gli osservatori, non sono
estranee all'aggressività mostrata recentemente da Pechino nel Mar della Cina, dove rivendica la sovranità sulle isole
Senkaku/Diaoyu, controllate dal Giappone, e su altri piccoli
arcipelaghi sui quali hanno mire anche Vietnam, Malaysia,
Brunei, Filippine e Taiwan. Hu Jintao - che ha ottimi rapporti
con l'Esercito di Liberazione Popolare - nel suo discorso di
oggi ha parlato della necessità di "rafforzare la posizione
militare" della Cina e di farne "una potenza marittima".     
   Parole destinate ad essere accolte con preoccupazione nella regione e a Washington, dove proprio oggi un gruppo di esperti ha affermato, in un rapporto richiesto dal Congresso, che Pechino sarà in grado di mettere in mare sottomarini con testate nucleari entro i prossimi due anni.(ANSA).

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