giovedì 15 novembre 2012

Cravatte rosse e capelli neri


                              

                        


La lista circolava da tempo, ed era proprio quella: il nuovo Comitato permanente dell' ufficio politico (Cpup) del Partito comunista cinese e' composto da sette persone (i nomi sono nel primo pezzo che pubblico qui di seguito). Portano tutti, meno uno, la cravatta rosso scuro. Il piu' giovane ha 59 anni ma non si vede un capello grigio.
Parlando di politica, ci sono cinque, forse sei uomini di Jiang Zemin e quattro principini. Queste sono le forze che governano la Cina, gira e rigira. I vecchi dirigenti che furono scelti da Jiang (e da Zhu Rongji) e poche decine di famiglie di ''grandi rivoluzionari'' che, tra l' altro, controllano tutte le imprese pubbliche e buona parte di quelle private.
Hu Jintao - nominato dall' autorevole Deng Xiaoping prima di morire - e il suo numero due Wen Jiabao (lo so, nella gerarchia comunista il presidente dell' Assemblea del popolo in teoria contava piu' del premier ma: 1.pare che nel nuovo set-up Li Keqiang sara' sia numero due che premier: in questo caso la regola sarebbe cambiata. 2.in questi anni e' stato Wu Bangguo, un personaggio del tutto insignificante) sembrano completamente cancellati.
Hu ha dalla sua Li Keqiang e, dicono, un forte peso nell' esercito: pero' per qualche ragione ha lasciato subito, oggi, il posto di presidente della Commissione militare centrale (Cmc) a Xi Jinping. Faccio tre ipotesi:
1.il sincero desiderio di non pesare sulla nuova generazione (lo so, non molto credibile, ma mi sento in dovere almeno di considerarla)
2.la volonta' di aspettare nell' ombra il momento adatto per tornare alla carica, magari tra cinque anni quando almeno quattro dei membri del Cpup nominato oggi saranno abbastanza vecchi da potere essere rottamati.
3.e' stato costretto - e qui non voglio dire altro, invito solo i lettori a ripensare a quello che la Bloomberg ha scritto su Xi Jinping e il New York Times su Wen Jiabao. 
I nuovi saranno riformisti? Piu' o meno di Hu/Wen? Be', meno e' veramente difficile, dato che non hanno fatto niente. Inoltre, mentre Hu/Wen hanno potuto contare su una congiuntura economica eccezionale (fino al 2008, ma a quel punto avevano accumulato abbastanza riserve in valuta da far fronte a qualsiasi evenienza). Xi e i principini non hanno la stessa fortuna, e qualcosa dovranno fare.
Non che biondone Jiang mi sia piu' simpatico di robottino Hu e nonnetto Wen, per carita'! Pero' vi riporto qui sotto una battuta di Sindey Rittenberg, un grande esperto dalla Cina con una storia personale straordinaria (vi rimando al suo libro, The Man That Stayed Behind), che nel corso di un dibattito online ha detto tra l' altro: "…ci potrebbero essere delle aree nelle quali Jiang e' piu' riformatore di Hu…". 
Chi non puo' contare su cambiamenti decisi sono i dissidenti e le minoranze. In particolare i tibetani che proseguono nella loro terribile forma di protesta, dandosi fuoco nel tentativo di richiamare l' attenzione del mondo (e magari di ispirare qualche atteggiamento meno servile verso i principini…).
Qui sotto metto il pezzo che ho scritto per l' ANSA ieri e due o tre cose che ho fatto nei giorni scorsi che mi sembrano interessanti...

ANSA/ CINA:NUOVA DINASTIA POTERE ROSSO SONO 'ANZIANI'DI JIANG
CHIUSO CONGRESSO, XI NUOVO LEADER. DOMANI IL COMITATO PERMANENTE
                      (di Beniamino Natale) 
   (ANSA) - PECHINO, 14 NOV -  Il processo di successione ai vertici della Cina è entrato nel vivo con la conclusione, oggi, del 18/mo congresso del Partito Comunista, che ha eletto il nuovo comitato centrale. Domani, il cc eleggerà il Politburo, che a sua volta sceglierà i membri del suo Comitato permanente, cioé le persone che governeranno veramente quest'immenso Paese per i prossimi dieci
anni.
   Secondo le indiscrezioni, i nuovi eletti nel Comitato
permanente dell'Ufficio politico (Cpup) che affiancheranno Xi
Jinping (nuovo segretario del Partito e prossimo presidente) e il suo numero due designato Li Keqiang, saranno cinque, tutti uomini di Jiang. Si tratta del vicepremier Wang Qishan, del responsabile della censura Liu Yunshan e dei segretari del partito di tre metropoli: Zhang Dejiang (Shanghai), Yu
Zhengsheng (Shanghai) e Zhang Gaoli (Tianjin). L'unica donna "papabile", Liu Yandong, e il riformista leader della
provincia del Guangodong, Wang Yang, sembrano esclusi dai giochi per il Cpup ma probabilmente entreranno nell'Ufficio politico. 
   Il congresso è venuto alla fine di un anno difficile per il
Partito Comunista Cinese, che ha conosciuto la crisi politica
più grave degli ultimi 20 anni con la caduta dell'ex leader
emergente Bo Xilai, oggi in attesa di essere processato per
corruzione e abuso di potere. Tre mesi fa sua moglie Gu Kailai é stata condannata all'ergastolo per l'assassinio del
faccendiere britannico Neil Heywood.
   Nello staliniano Palazzo dell'Assemblea del popolo su piazza Tiananmen, la liturgia del più grande partito comunista di tutti i tempi - oggi ha circa 82 milioni di iscritti - è stata rispettata in tutti i dettagli: bandiere rosse intorno alla piazza, i 2270 delegati seduti come ordinati scolari nella sala principale, un enorme falce e martello sopra le teste dei membri "presidum" del congresso e del comitato centrale uscente.
"Ci sono voti contrari?", chiede con voce tonante lo speaker
dopo aver illustrato ciascun emendamento alla costituzione del partito. "Nessuno", "nessuno", "nessuno", rispondono dalla sala i portavoce delle commissioni di lavoro. Alla fine, tutti in piedi mentre la banda dei fiati dell' Esercito di Liberazione Popolare suona un'assordante Internazionale. 
   La nuova costituzione non ha riservato sorprese, neanche i timidi cambiamenti che qualcuno aveva dato per possibili: il
"pensiero di Mao Zedong", il fondatore della Repubblica
popolare, rimane la base del pensiero del partito, insieme al
"marxismo-leninismo" e alle sue elaborazioni da parte dei
leader cinesi che si sono succeduti negli anni: Deng Xiaoping, Jiang Zemin, e l' ultimo arrivato Hu Jintao, con la sua teoria dello "Sviluppo scientifico". 
   Teorie a parte, domani Hu Jintao (70 anni) lascerà la carica
di segretario del partito a Xi Jinping (59), capofila della
quinta generazione di leader comunisti. In primavera, Hu cederà a Xi anche la poltrona di presidente della Repubblica. Non è ancora chiaro se Hu conserverà per qualche tempo la carica di presidente della potente Commissione militare centrale (Cmc), che controlla l' esercito. Certo è che Hu è stato emarginato nella preparazione del congresso, dominata dagli "anziani", ricomparsi sulla scena alla vigilia del conclave guidati dall'intramontabile Jiang Zemin che, a 86 anni, sembra essere rimasto l'uomo che ha l'ultima parola, almeno sull'organizzazione interna del partito.(ANSA).





LA POLITICA NON E' PER LE DONNE
(pubblicato dall' ANSA il 3.11.2012)
Il cambio della guardia ai vertici della Cina parte la settimana prossima, con l' apertura del 18esimo congresso del Partito Comunista, ma anche questa volta e' difficile che una donna riesca a entrare nella stanza dei bottoni. Tra i candidati al Comitato Permanente dell' Ufficio Politico (Cpup), c' e' solo una donna e la maggior parte degli osservatori ritiene sicuro che non verra' scelta tra i sette (sembra) ''uomini d' oro'' che faranno parte di quello che e' stato definito ''il vero governo'' della Cina.
Liu Yangdon, 67 anni, e' l' unica donna tra i 25 membri del Politburo. 
E' figlia di un ex-alto dirigente del partito di Shanghai ed ex-viceministro dell' agricoltura e nel corso della sua carriera si e' dimostrata capace senza mettersi troppo in vista. Come responsabile del partito per la sanita', la scuola e lo sport si e' conquistata una vasta popolarita' correndo in tuta da ginnastica intorno allo Stadio Nazionale di Pechino, il Nido d' uccello, dichiarando poi che ''un' ora di esercizio al giorno e' garanzia di una buona salute''. E' tra i pochi dirigenti ad avere buone relazioni con le due principali fazioni del partito, ed e' ritenuta vicina al presidente Hu Jintao.
In poche parole avrebbe le carte in regola per essere promossa ai massimi livelli. ''Putroppo - ha dichiarato recentemente al Guardian Russel Leigh Moses, presidente del Beijing Centre for Chinese studies - alla fine non si decidera' solo sulla base dei meriti''. ''La politica cinese e' dominata dagli uomini - ha affermato la scrittrice Zhang Lijia in un' intervista all' ANSA - e dato che le carriere si fanno per cooptazione, di solito preferiscono scegliere altri uomini''. ''Un forte peso - prosegue Zhang, autrice tra l' altro del romanzo di successo "Il socialismo e' grande!'' - lo ha tradizione, che in Cina e' ancora una tradizione rurale. In generale si pensa che le donne siano interessate piu' alla famiglia e che tutte le attivita' che portano lontano dalla famiglia siano adatte solo agli uomini''.

Yang Xiaona, 25 anni, vicina a concludere i suoi due anni di master all' Universita' di Medicina di Pechino, iscritta al Partito Comunista, conferma: ''ho sempre voluto essere una studentessa modello - ha dichiarato - e so che solo gli studenti brillanti vengono accettati nel partito…inoltre essere in politica apre molte strade, permette di conoscere un gran numero di persone…ora ho capito che non e' esattamente cosi', penso che per me sia meglio puntare su una carriera professionale, magari andando a lavorare nel ministero della sanita'…del resto, e' una cosa che mi piacerebbe molto''.
Il ''pregiudizio negativo'' che ancora esiste in Cina verso le donne in politica si riflette, per esempio, nella vicenda di Bo Xilai, l' ambizioso leader caduto in disgrazia all' inizio dell' anno e che ora rischia la pena capitale per aver cercato di coprire le maleffare della moglie Gu Kailai, che e' stata riconsciuta colpevole di omicidio. Per quanto riguarda il passato si puo' pensare alla moglie del presidente Mao Zedong, Jiang Qing, condannata come leader del gruppo estremista responsabile dei disastri della Rivoluzione Culturale che invece, secondo il prevalente giudizio degli storici, fu voluta proprio da Mao.
''Si - conferma Zhang , la scrittrice - in questo possiamo dire che la Cina e' ancora molto arretrata. In altri campi, per esempio l' industria, molte donne sono in posizione di responsabilita'. In politica ce ne sono molte a livello medio ma quelle che si trovano ai vertici, anche nelle province, anche nei villaggi, sono una rarita'''.(ANSA).


L' ECONOMISTA CONTRO IL CULTO DI MAO ZEDONG
(pubblicato dall' ANSA il 2.11.2012)
Mao Yushi, 83 anni, uno degli economisti cinesi piu' noti nel mondo accademico internazionale e in passato insegnante ad Harvard, approfitta del ''grande 18esimo", il congresso del Partito Comunista Cinese che si aprira' giovedi' prossimo a Pechino, per rilanciare le sue tesi critiche verso Mao Zedong, il fondatore della Repubblica Popolare che e' ancora idolatrato dalla propaganda ufficiale.
''Quello del giudizio su Mao Zedong e' il problema irrisolto nella vita politica cinese'', ha detto Yushi in un' intervista telefonica all' ANSA. ''Mao Zedong e' stato importante per la liberazione (dall' occupazione giapponese, ndr) ma quando e' stato al potere ha commesso errori gravissimi'', ha proseguto l' economista, che in passato e' stato perseguitato per le sue critiche al fondatore della Repubblica Popolare. Secondo Mao Yushi, non si tratta solo di un problema di valutazione storica. Al contrario, la valutazione sull' operato di Mao Zedong ha un' influenza diretta sulla politica cinese ''Nell' attuale sistema di potere - ha proseguito Mao Yushi - una fazione paralizza l' altra e un importante punto di stallo e' il giudizio su Mao Zedong. Si dice che (il presidente uscente) Hu Jintao non ha fatto grandi riforme, ma come si puo' fare qualcosa quando bisogna mettere insieme opinioni profondamente diverse come quelle di Wen Jiabao (il ''modernista'' premier uscente) e Wu Bangguo (il conservatore presidente dell' Assemblea nazionale del popolo)?''. L' economista ritiene che il nuovo gruppo dirigente guidato dall' attuale vicepresidente Xi Jinping, il successore designato di Hu Jintao, avra' lo stesso problema.  ''Non c' e' piu' un leader onnipotente, come sono stati Mao Zedong e Deng Xiaoping.
 La nuova dirigenza sara' immobilista come quella precedente e c' e' il pericolo che le divisioni all' interno del partito vengano riprodotte nella societa'''. In  altre parole, le principali  fazioni che si combattono nel partito potrebbero cercare apertamente appoggi tra la popolazione.
Il giudizio ufficiale su Mao Zedong, espresso oltre 30 anni fa dal suo successore Deng Xiaoping, e' che il suo operato e' stato positivo per il 70% e negativo per il 30%. Negli anni seguenti il partito ha di fatto sostenuto il culto di Mao Zedong: il suo ritratto ancora campeggia all' ingresso della Citta' Proibita su piazza Tiananmen, il suo mausoleo e' visitato ogni giorno da migliaia di persone che vedono in lui l' alfiere dell' orgoglio nazionale e il leader di un periodo nel quale tutti erano piu' poveri ma la societa' non era ferocemente competitiva come oggi. In settembre, gli ultranazionalisti che hanno organizzato le manifestazioni contro il Giappone agitavano ritratti del Grande Timoniere. 
Secondo alcuni osservatori, Mao Zedong e' gia'  stato usato dalla fazione conservatrice contro quella riformista in occasione delle manifestazioni anti-giapponesi di settembre, nelle quali i manifestanti hanno agitato i ritratti del Grande Timoniere criticando indirettamente i ''moderati'' Hu Jintao e Wen Jiabao. Se i loro successori vogliono portare avanti delle riforme profonde, ''dovranno cominciare col rimettere in discussione il giudizio su Mao Zedong'', ha concluso il professore.(ANSA).



XI JINPING E IL RIFORMISTA HU DEPING
(pubblicato dall' ANSA il 7.9.2012)
Il successore designato del presidente cinese Hu Jintao, Xi Jinping, ha indicato che una volta al potere si muovera' sul terreno delle riforme con piu' decisione del suo predecessore. Secondo tre diverse fonti citate dall' agenzia Reuters, Xi Jinping si e' espresso a favore di caute e graduali riforme in un incontro con Hu Deping, un alto funzionario figlio del segretario riformista del Partito Comunista Cinese (Pcc) Hu Yaobang. Deping, 69 anni, e' considerato uno dei piu' accessi promotori delle riforme, inclusa la cosidetta ''riforma politica'' che significa una maggiore tolleranza verso il dissenso e una graduale rinuncia del Partito al monopolio sulla vita politica del paese. 

Nella stessa direzione vanno le indicazioni fornite dal giornale Ming Pao di Hong Kong, solitamente ben informato sulle vicende interne al Partito, che recentemente ha pubblicato un discorso attribuito allo stesso Xi Jinping. Nel discorso Xi afferma di ritenere che i suoi compiti prioritari siano quello di ''mantenere la purezza' 'del Partito eliminando la corruzione, quello instaurare una vera giustizia sociale e quello ridurre le crescenti differenze di reddito tra diversi settori della popolazione. 
Un articolo insolitamente esplicito, nel quale Hu Jintao e il suo numero due, il premier Wen Jiabao, vengono criticati per il loro immobilismo, e' stato recentemente scritto dal direttore di una rivista della Scuola Centrale del Pcc, il cui direttore e' lo stesso Xi Jinping. L' articolo e' stato pubblicato sul sito web della rivista Caijing. In seguito e' stato censurato ma ha avuto una larga circolazione su Internet. Nell' articolo il giornalista, Deng Yuwen, sostiene che ''in generale, in questi dieci anni, la Cina ha ottenuto grandi successi. Ma dietro ai successi ci sono dei problemi''. ''Se parliamo con sincerita', in questo decennio sono stati creati dei grossi problemi, che sono ancora piu' numerosi dei risultati raggiunti'', aggiunge Deng. In altri termini nei dieci anni di initerrotta crescita economica che ha portato l' economia cinese ad essere la seconda del mondo, Hu e Wen si sarebbero adagiati sugli allori, trascurando i problemi che la crescita portava con se, come  l 'endemica corruzione e la crescita delle differenze sociali.  Il gruppo dirigente uscente sarebbe stato troppo timido anche nel promuovere una graduale democratizzazione della vita politica, perseguitando i dissidenti come il premio Nobel per la pace Liu Xiaobo, condannato ad undici anni di prigione per aver promosso il multipartitismo. Secondo una delle fonti della Reuters Xi Jinping avrebbe sostenuto tra l' altro che ''…dobbiamo tenere alta la bandiera delle riforme, compresa la riforma del sistema politico''.
Secondo le previsioni, Xi Jinping succedera' a Hu Jintato nella carica di segretario del Pcc nel prossimo congresso del Partito, il 18esimo, che si dovrebbe tenere in ottobre. Nella primavera dell' anno prossimo dovrebbe poi venire eletto alla presidenza della Repubblica Popolare, sempre al posto di Hu Jintao.(ANSA).








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