giovedì 27 settembre 2012

Ai Weiwei e gli altri




La notizia del giorno e' la conferma, da parte del Tribunale Intermedio del Popolo di Pechino, della condanna inflitta ad una societa' legata all' artista e dissidente Ai Weiwei. Chi ha seguito la Cina per qualche anno, come me, non ha mai pensato che ci sarebbe stato un verdetto diverso. La figura di Ai Weiwei, un artista riconosciuto in Cina e nel mondo come uno dei piu' creativi della Cina contemporanea, si presta ad essere discussa. Sono pronto a scomettere che ci sara' chi dira' che e' un ''furbo'', che sfrutta la situazione politica del suo Paese per farsi pubblicita'. Anche se fosse, non ci vedo francamente nulla di male - o almeno, nulla di peggio di quello che fanno i politici cinesi, serviti e riveriti dai nostri e da altri governanti, per mantenersi al potere: per esempio, mettere in galera decine di migliaia di persone e metterne ogni anno a morte migliaia con processi sommari nei quali habeaus corpus e diritti della difesa sono ignorati. Ma ci sono altri dissidenti che e' piu' difficile criticare. Per esempio l' avvocato Teng Biao. Teng fu una delle prime persone che incontrai in Cina, nel 2003, insieme al suo compagno di avventura Xu Zhiyong . Con altri giovani laureati in legge avevano creduto alle parole degli allora nuovi leader Hu Jintao e Wen Jiabao sulla loro volonta' di fare della Cina uno stato di diritto e parteciparono alle elezioni per le Assemblee di quartiere, una delle poche occasioni che i cittadini cinesi hanno di partecipare alla gestione della cose pubblica. Xu fu eletto nel distretto di Haidian, e mantenne la carica per un anno. Erano intelligenti, entusiasti, ottimisti. Giovani in gamba, pronti a dare il loro contributo alla crescita del Paese. Tempo due anni, ed erano diventati dissidenti. O meglio, loro erano rimasti sulle loro posizioni - stato di diritto, legge uguale per tutti, rafforzamento dei diritti della difesa - ma era stato il governo dei supposti riformisti Hu e Wen ad essere rimasto fermo, limitandosi a rifaffermare nei fatti che la giustizia e' diretta dalla politica e che la politica e' appannaggio esclusivo del loro Partito. In questi anni piu' volte Teng e Xu sono stati detenuti (o, secondo una moda in vigore in Cina negli ultimi anni, sono ''spariti'' per qualche settimana, il che e' poi la stessa cosa). Teng Biao l' ho sentito spesso e ogni tanto ancora lo chiamo. A volte accetta di rispondere alle mie domande, altre mi prega di soprassedere e di riprovare dopo qualche settimana. Ancora piu' raramente sento Hu Jia, che ora e' agli arresti domiciliari - credo - dopo aver trascorso piu' di tre anni in prigione per un reato di opinione. Hu Jia fu il primo, anni fa, ad aprire un centro di assistenza per i malati di Aids nella provincia dell' Henan, dove migliaia di persone avevano contratto l' Hiv per le trasfusioni di sangue fatte negli ospedali governativi senza prendere le necessarie precauzioni. Avrebbero dovuto fargli un monumento, invece che sbatterlo in galera. E che dire di Liu Xia, che ormai e' ''scomparsa'' da quasi due anni, detenuta illegalmente perche' moglie dello scrittore e premio Nobel per la pace Liu Xiaobo, condannato ad undici anni di carcere per un reato d' opinione?
Va bene venire in Cina perche' e' il mercato del futuro. Va bene sperare (peraltro invano) che il loro fondo sovrano ci compri un po' di titoli di Stato. 
Ma ogni tanto bisognerebbe ricordarsi dei Teng Biao, degli Hu Jia e dei Liu Xiabo. Il futuro della Cina, ne sono convinto, sono loro.

Aggiungo le due notizie dell' ANSA sulla vicenda:


CINA: CONFERMATA CONDANNA AI WEI WEI A PAGARE MULTA
     (ANSA) - SHANGHAI, 27 SET - Il tribunale di Pechino ha
confermato la condanna a pagare 2,4 milioni di dollari per
evasione fiscale contro l'artista e dissidente cinese Ai Wei
Wei. Lo si apprende da fonti locali.
   Ai Wei Wei aveva fatto appello al tribunale del distretto di
Chaoyang chiedendo di ribaltare la sentenza che lo ha
condannato, tramite la sua Beijing Fake Cultural Development
Ltd, per evasione fiscale a pagare 15 milioni di yuan.
L'artista, famoso tra le altre cose per essere uno degli
artefici del famoso stadio di Pechino, il Nido d'Uccello, era
stato arrestato all'aeroporto di Pechino il tre aprile 2011 e la
sua detenzione durò per 81 giorni. In seguito venne rilasciato
senza che gli fosse mossa alcuna accusa formale. Pochi giorni
dopo però la società legata all'artista è stata accusa di
evasione fiscale e condannata a pagare la multa, confermata dal
primo appello del luglio scorso.(ANSA).


CINA:AI WEIWEI, 'LA MAGISTRATURA E' AL SERVIZIO DEL PARTITO'
 (ANSA) - PECHINO, 27 SET - In Cina ''non c' e' giustizia'' e
la magistratura e' ''al servizio del Partito Comunista''. Lo ha
dichiarato all' ANSA l' artista dissidente Ai Weiwei, la cui
condanna a pagare una multa di 2,4 milioni di dollari e' stata
confermata oggi da un tribunale di Pechino. ''Questo caso e'
chiaramente politico, una rappresaglia contro un dissidente''.
   ''Hanno avuto tempo per correggere i loro errori ma il
risultato dimostra che hanno ignorato tutte le nostre
richieste'', ha proseguito il dissidente. Ai Weiwei ha aggiunto
che ''in questo Paese la legge non ha la funzione di assicurare
che ci sia giustizia per i cittadini ma non e' altro che uno
strumento per mantenere al potere il Partito Comunista''. Ai
Weiwei, 55 anni, uno degli artisti contemporaneai piu'
conosciuti in Cina e all' estero, e' stato arrestato
illegalmente per 81 giorni, l' anno scorso. In seguito e' stato
rilasciato senza essere accusato di alcun reato. Una societa' a
lui legata, la Beijing Fake Cultural Development, e' stata
condannata a pagare la multa per evasione fiscale. L' artista ha
respinto le accuse e ha sostenuto che sono motivate dalle sue
posizioni critiche verso il governo di Pechino. I suoi avvocati
avevano chiesto al tribunale di annullare la multa che e' stata
imposta alla societa' dal ministero delle finanze.(ANSA).


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