mercoledì 12 settembre 2012

Se tre indizi fanno una prova...

...allora e' piu' che sicuro che il processo di successione ai vertici della Cina si e' impantanato. La sparizione del presidente designato Xi Jinping - morto, vivo, malato, sparato? - e quella meno notata ma altrettanto rilevante dell' altro membo del Comitato Permanente dell' Ufficio Politico (CPUP) comunista He Guoqiang e' solo l' ultimo di una lunga serie. Indizio numero uno: la saga di Bo Xilai, ancora lungi dall' essere risolta. Dopo aver somministrato al pubblico quella pessima sceneggiata che e' stato il processo contro Gu Kailai - la moglie Bo, condannata per aver assassinato l' uomo d' affari britannico Nei Heywood - i Grandi Pianificatori del PCC devono ora: a) fare un processo (convincente?) a Wang Lijun (vedi i precedenti post), la cui ''defezione'' ha dato il via al dramma, e b) dire cosa intendono fare con Bo Xilai. L' autorevole sinologo Andrew Nathan (autore con Perry Link dell' ottima introduzione alle Tiananmen Papers, che rimangono uno dei piu' importanti documenti che siano mai usciti sulla Cina comunista) ritiene che la sparizione di Xi e di He sia da mettere in relazione al caso Bo Xilai. Non e' detto che abbia ragione, ma un pensierino ce lo farei. Indizio numero due: il caso Li Jihua, che qui riassumo: in marzo suscito' scalpore la notizia, apparsa su molti giornali cinesi e su innumerevoli siti web in tutte le lingue, dell' incidente nel quale una Ferrari nera si era schiantata in piena notte contro il guard-rail alla periferia di Pechino. Il giovane alla guida era morto sul colpo, due ragazze che viaggiavano con lui erano rimaste gravemente ferite. In un modo o nell' altro - certamente sulla base di un' informazione proveniente dal Partito - si diffuse la voce che il giovane fosse un figlio illegittimo del membro del CPUP Jia Qinglin (alleato dell' ex-presidente Jiang Zemin e uno degli uomini piu' potenti della Cina). In settembre, con un tempismo che ha dell' incredibile, arriva, sempre da fonti misteriose che cominciano a diffondere "voci" su Internet, la "rivelazione": era il figlio (legittimo) di Li Jihua, uno dei collaboratori piu' stretti del presidente Hu Jintao. Di Li Jihua gia' si parlava da tempo come di uno dei candidati al vertice - non nella imminente tornata di rinnovamento, ma nella prossima. Le anonime fonti aggiungevano l' immancabile dettaglio porno, tanto per favorire la diffusione della notizia: le due ragazze non solo sono una tibetana e l' altra uighura, ma erano completamente nude! Amore ad alta velocita' e balle a velocita' ancora superiore! Risultato: invece di prendere il volo, Li e' stato messo a dirigere l' Ufficio del Fronte Unito, una carica di secondo piano che, almeno per ora, lo taglia fuori dai giochi che contano. Un colpo per Hu Jintao e una complicazione per chi sta disegnando il nuovo organigramma del Partito. Indizio numero tre: la data del Congresso non e' ancora stata annunciata. Doveva essere a meta' ottobre, cosa che ora sembra difficile, si parla di rinvii al 20 ottobre e forse a novembre. Con le sparizioni di Xi e di He, siamo a quota quattro o cinque… Abbastanza per pensare che i giochi ancora non siano fatti e che la partita di scacchi tra le varie fazioni (con qualche colpo di coltello qui e la') sia in pieno svolgimento. Quali sono queste fazioni? I "denghisti", buoni e riformisti e i ''maoisti" cattivi e sinistrorsi come ci vuol far credere qualche furbetto del giornalino che si ostina a scrivere sulla Cina pur non capendo un tubo di quello che succede? Naaa…Hu Jintao capeggia una fazione, composta in maggioranza da persone che hanno lavorato con lui quando era segretario della Lega Giovanile del Partito (chiamati "tuanpai" - che vuole dire appunto 'lega del Partito") e si preoccupano piu' che altro di occupare le poltrone che contano, negandole ai membri delle altre fazioni. Jiang Zemin, numero uno dal 1994 al 2002-3, ha mantenuto una forte influenza e molti dei suoi uomini sono ancora in posti chiave. Molti di loro hanno lavorato con lui quando era segretario del Partito a Shanghai e sono conosciuti come ''la gang di Shanghai". Anche loro si preoccupano soprattutto di occupare le poltrone che contano, negandole ai membri delle altre fazioni. Poi ci sono i "princeling". I "principi rossi" figli, nipoti, generi e nuore dei rivoluzionari ''storici". Sono tanti, sono ricchi, sono potenti. Xi Jinping e' uno di loro. Bo Xilai e' uno di loro. Gran parte dei papabili per la successione in corso e per la prossimo sono dei loro. Altri che non concorrono per le alte cariche di Partito sono ai vertici delle grandi imprese e delle banche, che in Cina sono tutte pubbliche. Non sono uniti da una linea politica comune ma dalla necessita' di giustificare le loro posizioni di privilegio con il "pedigree". Sono portatori del concetto - molto asiatico - secondo il quale il sangue dei rivoluzionari genera rivoluzionari, quello dei traditori genera traditori. Anche i "principi" si preoccupano soprattutto di occupare le poltrone che contano, negandole ai membri delle altre fazioni. La confusione sotto il cielo e' grande ma la situazione e’ tutt' altro che eccellente…

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