giovedì 20 settembre 2012

La pelle di Bo (e quella di Hu...)


Condannati Gu Kailai e Wang Lijun, ora rimane da compiere il passo piu' difficile: eliminare definitivamente dalla scena Bo Xilai, il vero centro di questo improbabile giallo politico con caratteristiche cinesi.
La Xinhua (Nuova Cina), nella sua cronaca del processo a Wang, ha indicato per la prima volta con chiarezza la direzione nella quale si stanno muovendo gli inquirenti: probabilmente corruzione (un reato grave, che in alcuni casi estremi puo' essere punito con la morte), favoreggiamento (dell' assassina Gu Kailai) e abuso di potere (vedi qui sotto il pezzo che ho scritto ieri per l' ANSA).
Il copione, che alla fine verra' in qualche modo rispettato, prevede che il verdetto su Bo Xilai venga emesso in una riunione del Comitato Centrale. Poi la legge fara' il suo corso. Comunque, sara' possibile tenere il18esimo Congresso del Partito. Che nel frattempo, oltre al dramma di Bo Xilai, ha incontrato una serie di altri ostacoli.
Sono stati questi ostacoli, secondo l' interpretazione del cosidetto ''uomo della strada'' cinese, a portare alla inspiegabile scomparsa dalla scena, per 15 giorni, del futuro leader Xi Jinping. Operazione per la rimozione di un cancro? E dopo pochi giorni un uomo di 59 anni come Xi, cammina, parla e ride come se niente fosse ricevendo importanti ospiti stranieri? Mavala'! Oppure un dolore alla schiena per aver nuotato con eccessivo vigore come hanno raccontato alcuni propagandisti del regime, ultimo in ordine di tempo l' ex-chief executive di Hong Kong Tung Chee-hwa (un molto poco executive amico di Xi Jinping e di altri dirigenti cinesi)? Maperpiacere! 
La nuova ondata di proteste anti-giapponesi si e' scatenata piu' o meno in coincidenza con la riapparizione di Xi. Un caso, dovuto al fatto che il governo di Tokyo ha annunciato proprio in quei giorni di aver comprato dai suoi precedenti proprietari (una famiglia di imprenditori giapponesi) le Diaoyu-Senkaku, le isole contese nel Mar della Cina Orientale? Possibile, ma la coincidenza e' di quelle che danno da pensare. Un giovane giornalista cinese col quale ho scambiato qualche parola durante una delle manifestazioni, mi ha detto di pensare che queste erano si sostenute dal governo ma che erano ''anche contro il governo''. Non ha voluto spiegarsi meglio, o forse sono io che non ho capito dato il suo pessimo inglese, appena meglio del mio terribile cinese. Pero' mi ha fatto pensare che anche questi venti di guerra abbiano qualcosa a che fare con un processo di successione che appare sempre piu' difficile: la ricomparsa di Xi Jinping, peraltro sembrato a tutti in buona salute, indica che il suo futuro ruolo di numero uno non dovrebbe (condizionale prudenziale) essere in discussione. Tutto il resto e' nel buio, a partire dalle date del Congresso. Per la composizione del prossimo Comitato Permanente dell Ufficio Politico (Cpup) si fanno molti nomi. Troppi. Si dice che il numero dei suoi membri potrebbe (condizionale prudenziale n.2) essere ridotto dagli attuali nove a sette. Gia', ma perche'? L' assetto a nove ha ben funzionato per dieci anni e in genere i dirigenti cinesi sono restii a cambiare qualcosa che funziona. Li Keqiang, un alleato del presidente uscente Hu Jintao, dovrebbe (condizionale prudenziale n.3) essere il prossimo primo ministro ma anche questo e' tutt' altro che sicuro. Bo Xilai rimane molto popolare nel Paese - a Chongqing il suo compleanno e' stato celebrato da centinaia di persone - e certamente ha ancora un forte seguito nel Partito che potrebbe (basta, lasciamo perdere il conto dei condizionali prudenziali…) avere avuto un ruolo nelle misteriose vicende degli ultimi mesi e potrebbe pesare nel Congresso.  Quando, nel 2002, Hu Jintao e' succeduto a Jiang Zemin, quest' ultimo e' rimasto per due anni presidente della potente Commissione Militare Centrale…Succedera' lo stesso oppure Hu si ritirera' del tutto dalla scena a ''soli'' 70 anni, un eta' non certo avanzata per la gerontocrazia cinese?  Come dicono gli anglosassoni, watch this space!



>>>ANSA/ CINA: SAGA BO XILAI, ORA SPUNTA L'INCRIMINAZIONE
PER LA PRIMA VOLTA POSSIBILI ACCUSE FAVOREGGIAMENTO E CORRUZIONE


      (di Beniamino Natale)
  (ANSA) - PECHINO, 19 SET - L' ex-dirigente politico cinese Bo Xilai è stato accusato oggi, per la prima volta, di aver commesso un crimine, nel resoconto del processo contro il suo ex-collaboratore Wang Lijun pubblicato dall' agenzia Nuova Cina.
   Secondo l' agenzia, Wang - che era il capo della polizia di Chongqing, la metropoli governata da Bo Xilai - ha affermato in tribunale di aver avvertito "la persona che allora aveva la massima responsabilità nel comitato del Partito di Chongqing" che la moglie di Bo, Gu Kailai, era sospettata di omicidio. La
"persona" in questione  ha reagito con violenza alla rivelazione, schiaffeggiando e minacciando Wang. 
   L' agenzia non fa nomi, ma il riferimento a Bo Xilai è evidente. Solo dopo questo drammatico confronto col suo superiore Wang ha cominciato a temere per la sua incolumità e il 6 febbraio scorso si è rifugiato nel Consolato americano di
Chengdu, dando inizio alla catena di eventi che ha portato alla caduta di Bo Xilai. E' stato infatti Wang, uscito dal Consolato dopo un giorno e mezzo per consegnarsi alle autorità cinesi, a denunciare il crimine di Gu Kailai e a fornire agli inquirenti le prove in base alle quali, in agosto, è stata condannata all' ergastolo per l' assassinio dell' uomo d' affari britannico Neil Heywood. 
    Wang Lijun, 52 anni, è stato processato nei giorni scorsi dal Tribunale Intermedio del Popolo di Chengdu, che lo ritenuto colpevole di diserzione, abuso di potere e di corruzione, pur ammettendo che in un secondo momento si è pentito e che ha dato "un meritorio contributo" alle indagini su "crimini commessi
da altre persone".  
   Secondo la ricostruzione di Nuova Cina l' accusa di corruzione si riferisce a tangenti che Wang avrebbe ricevuto da dirigenti dello Shide Group, una conglomerata industriale cresciuta all' ombra di Bo Xilai nella città di Dalian, nel
nordest della Cina, della quale Bo è stato sindaco.
  Finora Bo Xilai, che in aprile è stato destituito da tutte le sue cariche, era stato  accusato solo di "gravi violazioni della disciplina di Partito". Un' accusa sufficiente a mettere fine alla sua carriera politica ma non a portarlo davanti ad un
tribunale. Prima di cadere in disgrazia Bo, 63 anni, era ritenuto uno dei candidati alle massime cariche del Partito e dello Stato, che verranno rinnovate in un processo che inizierà col 18esimo Congresso del Partito. Il Congresso si dovrebbe tenere in ottobre ma la sua data d' inizio non è ancora stata
annunciata. La crisi innescata nel mondo politico cinese dall' epurazione di Bo Xilai, che rimane molto popolare presso gli esponenti della fazione di sinistra del Partito Comunista, è stata considerata la più grave dopo quella legata al massacro del 1989 di piazza Tiananmen.
   La recente scomparsa dalla scena pubblica di Xi Jinping, attuale vicepresidente e leader designato della prossima generazione di dirigenti cinesi, è stata interpretata da alcuni osservatori come una conferma delle difficoltà che sta
incontrando il processo di ricambio dei vertici. Nessuna spiegazione ufficiale è stata data della sparizione di Xi, ricomparso dal nulla alla fine della settimana scorsa e apparso in buona salute oggi, quando ha ricevuto a Pechino il ministro
della difesa americano Leon Panetta.(ANSA).





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