Il blog di Beniamino Natale/ Storie sull' Asia, il giornalismo e (forse) altro...
mercoledì 19 settembre 2012
Il bravo ragazzo Wang Lijun
Ecco la storia sul processo a Wang Lijun che ho scritto ieri per l' ANSA. Posso aggiungere due parole di colore:
la speranza, mia e di tanti altri reporter, di accedere finalmente ad un' aula di tribunale in Cina e' andata delusa. Il primo giorno il processo era a porte chiuse, perché' erano in ballo segreti di Stato. Il secondo giorno, il 18, hanno organizzato una ridicola "press area" sul marciapiede (peraltro strettino) di fronte al cancello principale del tribunale. Alla fine dell' udienza un giovane portavoce del tribunale ci ha letto il comunicato del tribunale stesso. Alla prima domanda e' scappato via. Ora aspettiamo con ansia che il CC ascolti il rapporto finale sul caso Bo Xilai, che non dovrebbe tardare, come del resto il Congresso, o come dicono i cinesi, "il 18esimo"...a noi fuorilegge, disfattisti per definizione, sembra che ci siano una serie di problemini non risolti. Ah, a proposito della sparizione di Xi Jinping piu' del 40% di coloro che hanno risposto a un sondaggio del South China Morning Post ritengono che sia stata dovuta a "lotte di potere"...
>ANSA-FOCUS/ BO XILAI:COLPEVOLE MA PENTITO SUPERPOLIZIOTTO WANG
CONCLUSO IL PROCESSO, PRESTO LA SENTENZA 'LIEVE', HA COLLABORATO
(di Beniamino Natale)
(ANSA) - CHENGDU, 18 SET - Wang Lijun, il superpoliziotto alcentro del caso Bo Xilai, ha commesso i crimini che gli sono stati contestati ma ha anche dato, in un secondo momento, un "meritorio contributo" alle indagini su reati "commessi da altre persone". Lo ha affermato oggi un portavoce del Tribunale Intermedio di Chengdu, dopo la conclusione della seconda e ultima udienza del processo. Di conseguenza, ha aggiunto il portavoce, "dovrebbe avere una punizione lieve".
La sentenza, come uso in Cina, si conoscerà tra qualche giorno. Wang non ha contestato le accuse che gli sono state mosse e i suoi difensori, usando un linguaggio molto simile a quello del portavoce del Tribunale, hanno messo in evidenza il "pentimento" di Wang e il contributo che ha dato alle indagini
sui crimini commessi da Gu Kailai, la moglie di Bo Xilai, che in agosto ha ricevuto una condanna a morte "sospesa" (equivalentead un ergastolo) per l'omicidio dell'uomo d'affari britannico
Neil Heywood.
Il superpoliziotto è stato accusato di abuso di potere, diserzione, corruzione e di aver usato strumentalmente la legge per fini personali. Wang Lijun, 52 anni, un passato da "supereroe" per la sua implacabile persecuzione di criminali e corrotti, è apparso nelle immagini del processo diffuse dalla
China Central Television (Cctv) - l' unico media ammesso nell' aula - in buona salute, riposato, perfettamente padrone di se stesso. Impossibile non sottolineare il contrasto con Gu Kailai, apparsa in Tribunale gonfia e pallida, tanto da far pensare a molti osservatori che non si trattasse di lei ma di una sosia.
Hu Xingdou, un noto economista riformista del Beijing Institute of Technology, ha affermato che questa conclusione del processo "era logica", perché "Wang è certo colpevole dei quattro
reati che gli sono stati contestati ma è anche vero che ha dato un contributo utile. Per me, le sue azioni hanno bloccato la sinistra maoista. In un momento di incertezza, quando la Cina
era indecisa sulla strada da prendere, in qualche modo ha salvato il Paese", ha aggiunto il professore.
Celebrati i due processi a Gu Kailai e a Wang Lijun rimane da definire la sorte di Bo Xilai, ultimo ostacolo sulla strada del prossimo Congresso del Pcc, il 18esimo, che dovrebbe essere
celebrato nelle prossime settimane e che dovrebbe sancire il passaggio dei poteri ad una nuova generazione di dirigenti comunisti.
Era stato lo stesso Bo, una volta nominato segretario del Partito della metropoli di Chongqing, a volere al suo fianco Wang, che aveva conosciuto quando entrambi lavoravano nella
provincia del Liaoning. Bo si era conquistato una grande popolarità scatenando Wang contro la mafia locale e rilanciando il maoismo con riunioni e manifestazioni nelle quali si cantavano le canzoni rivoluzionarie e si esaltava la figura del fondatore della Repubblica Popolare. Poi, a sorpresa, in
febbraio, Wang Lijun fuggiva rifugiandosi nel Consolato americano di Chengdu. Uscito "di sua volontà" dalla sede diplomatica dopo 36 ore, Wang raccontava agli inquirenti cinesi
quello che aveva già detto ai diplomatici americani, cioè che Gu Kailai era responsabile della morte di Heywood e che Bo Xilai aveva cercato di coprire il crimine. In un primo momento lui
stesso, Wang, aveva partecipato alla cospirazione ma poi si era pentito e aveva deciso di rivelare la verità. Il superpoliziotto aggiunse di essersi rifugiato nel Consolato per sfuggire ai sicari di Bo Xilai, che avrebbero voluto metterlo a tacere.
Due mesi dopo, Bo veniva destituito da tutte le sue carichee messo sotto indagine per "violazione della disciplina di partito". Da allora, non se ne hanno notizie. (ANSA).
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