domenica 7 ottobre 2012

Imran, un messia improbabile


Sara' Imran Khan a salvare il Pakistan? In questi giorni sta guidando una marcia contro gli attacchi con i droni che i militari americani continuano a condurre nelle regioni tribali abitate dai pashtun lungo l' inaccessibile confine con l' Afghanistan. In Pakistan sono tutti contro i droni e tutti i gruppi politici ne chiedono la fine. Anche il governo che pero', di fatto, li accetta.
Come - sempre di fatto - ha accettato che Osama bin Laden rimanesse nascosto sul suo territorio per dieci anni e che i navy seals americani lo raggiungessero e lo uccidessero quando era diventato piu' un problema che altro…ma non divaghiamo. Tutti contro i droni, quindi. Comprensibile. Condivisibile. Ma forse il governo, l' esercito e i vari gruppi politici dovrebbero dire cosa vogliono fare per bloccare tutti gli estremisti che ormai ci vivono in pianta stabile. E potrebbero cominciare consentendo l' accesso alle zone tribali a osservatori indipendenti, che potrebbero certificate e denunciare le vittime civili che sicuramente ci sono...
Quanto a Imran, confesso, non ci credo molto. L' ho conosciuto a Lahore, nel 1996, quando era entrato in politica da poco. L' ex-campione di cricket vive in una grande single unit con un grande giardino - un "lawn", come dicono le signore della borghesia-bene che ancora fanno finta di vivere nella verde campagna britannica e non in un Paese di 200 milioni di abitanti, in gran parte poveri, in gran parte educati nelle madrasas, le scuole coraniche rette da mullah ignoranti e fanatici, un Paese governato alla meglio da un esercito che a forza di fare il triplo gioco e quadruplo gioco tra Usa, estremisti islamici, guerra strisciante contro l' India, conquista dell' Afghanistan (attraverso i propri agenti col turbante, i Taliban) ha perso lui stesso la sua bussola politica (se mai l' ha avuta), un Paese nel quale le bambine handicappate vengono messe in galera con l' accusa di blasfemia. Imran ha una bella voce profonda, veste bene e parla bene. Ma non mi convinse allora e non mi convince oggi.
E' liberale ma islamico, pacifista ma nazionalista. In marzo, si e' rifiutato di partecipare ad un convegno, in India, al quale era stato invitato anche lo scrittore Salman Rushide che - ha detto in quell' occasione Imran - "ha fatto tanto soffrire i musulmani" . Nello stesso periodo, ha organizzato manifestazioni insieme ad alcuni dei leader islamici piu' fanatici e violenti.
Ora vorrebbe andare in quelle zone tribali che ormai da piu' di dieci anni sono il teatro della sorda guerra tra gli estremisti islamici della galassia Al Qaeda e gli USA, con in mezzo l' esercito pakistano che da un colpo al cerchio e uno alla botte. Il governo e l' esercito hanno detto che non lo faranno passare. I Taliban hanno minacciato di accoglierlo a suon di bombe (ma perche'? non sono anche loro contro i droni?). Per andare avanti ci vorrebbe un Gandhi, non un ex-campione di cricket ed ex-playboy nella Londra feudal-aristocratica in cerca di emozioni…io dico che ritorna a Lahore, a ricevere i giornalisti sul "lawn" - appena i giardinieri avranno finito di pulirlo, chiaro.

aggiungo il link ad una biografia della BBC, che non mi sembra male:
http://www.bbc.co.uk/news/world-asia-india-19844270

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