domenica 7 ottobre 2012

Come fu temprato l' acciaio 2


riprendo il racconto delle vicissitudini della Rio Tinto e del mercato dell' acciaio (stalin in russo):

Con il repentino voltafaccia della Rio Tinto il gioco si fa pesante e qualche settimana dopo l' annuncio Stern Hu - un cittadino straniero ma etnicamente cinese…una circostanza che la dice lunga sui sentimenti piu' profondi dei governanti di Pechino - finisce in galera accusato nientepopodimeno che di spionaggio. Con lui vanno dietro le sbarre i tre manager cinesi  Liu Caikui, Ge Minqiang e Wang Yong. I tre avrebbero ricevuto delle tangenti da manager di imprese cinesi per garantir loro l’ accesso a grosse quantità di iron ore a prezzi di favore.
Le trattative tra Rio Tinto e CHINALCO sono saltate sia per ragioni politiche – buona parte del mondo politico australiano era contraria all’ affare, che avrebbe dato alla CHINALCO, cioè allo Stato cinese, cioè ancora al Partito Comunista Cinese, una importante leva economica per piegare l’ Australia ai propri voleri – che per ragioni economiche. Infatti, mentre le trattative tra i manager dei due gruppi erano in corso il valore delle azioni della Rio Tinto era aumentato talmente che i suoi dirigenti pensavano di poter ripagare i propri consistenti debiti ricorrendo solo al mercato, senza bisogno di mettersi in casa i cinesi. 
L' attacco frontale, improvviso e violento contro la Rio Tinto in Cina, si spiega quindi con queste due ragioni: 
1.la necessità da parte di Pechino di riprendere il controllo di un settore nel quale la lotta tra le imprese cinesi aveva creato il caos e sostanziali perdite per le imprese stesse, che continuavano a pagare l’ iron ore più dei loro concorrenti asiatici (in maggioranza giapponesi) che avevano una gestione più razionale delle trattative e 
2.una rappresaglia per il voltafaccia della Rio Tinto nei negoziati con la CHINALCO.
Tra i manager che finiscono in galera il pesce grosso è Wang Yong (per lui 14 anni di galera) che da solo avrebbe ricevuto circa nove milioni di dollari di “regali” da Du Shuanghua, l’ ex-bambino prodigio dell’ acciaio cinese. La sua storia è estremamente interessante. Suggerisco umilmente di studiarla a fondo a tutti coloro che intedono fare qualche affare in Cina. In sintesi, come per molti altri personaggi del miracolo cinese, di Du Shuanghua non si capisce come sia venuto fuori. Giovanotti appena laureati, massaie di provincia, improbabili personaggi di vario calibro diventano di punto in bianco presidenti di joint-venture e addirittura compaiono nelle classifiche degli uomini più ricchi della Cina,e quindi del mondo (spesso poi, finiscono in galera, ma questa, per usare una frase fatta, e' un' altra storia…vedi ad esempio questo articolo del Financial Times: http://blogs.ft.com/beyond-brics/2012/09/25/chinas-rich-list-bad-for-business/#axzz28Tnuq59O). Le loro biografie ufficiali sembrano (e forse lo sono!) scritte con il copia-incolla: sono nati poveri, hanno cominciato un commercio o fondato un' impresa familiare, sono stati perseguitati dalle Guardie Rosse, hanno passato qualche anno ad Hong Kong o negli USA, poi hanno fatto l' investimento giusto e le loro fortune sono decollate…(segue).

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