lunedì 15 ottobre 2012

Una brava giornalista, le riforme e le illusioni


Pubblico questo pezzo di Hu Shuli, coraggiosa e brillante giornalista cinese, per esprimere il mio dissenso. Capisco - almeno credo - le limitazioni che le impone la sua situazione e ho sempre ammirato, da quando sono arrivato in Cina, molti anni fa, la sua capacita' di dire quello che bisogna dire senza oltrepassare la sottile linea rossa oltre la quale verrebbe ridotta al silenzio. 
Hu ha fondato e diretto prima la rivista Caijing poi, nel 2007, quella chiamata Caixin. Entrambe, con le loro inchieste approfondite e audaci, hanno segnato il punto piu' alto del giornalismo cinese negli anni della "riforma e apertura".
In questo caso pero', Hu accetta come "fatti" quelli esposti dalla magistratura cinese, che non e' assolutamente indipendente dal potere politico, e dal Politburo, che e' il potere politico cioe' in Cina il potere unico e assoluto. Cosa marginale, ma significativa di questa accettazione, e' che chiama Gu Kailai "Bogu Kailai", sottolineando i suoi legami col marito, come la propaganda ufficiale fa da quando e' esploso il caso. Ma questo e' un dettaglio. 
Il fatto e' che non abbiamo alcuna prova che tutta la storia sia vera a parte le confessioni di Wang Lijun e della stessa Gu Kailai che - come ho cercato di spiegare nel mio post "La strana storia del signor Zhao Zuohai", del 29 settembre - non hanno alcun valore. Se gli stessi processi si celebrassero in qualsiasi stato di diritto  - non desiderato ma effettivo - gli imputati sarebbero certamente assolti, se non altro per insufficienza di prove. 
Ma il punto e' un altro: non abbiamo alcuna prova che il caso Bo Xilai abbia rafforzato la volonta' riformista in seno al Partito Comunista Cinese. Se questo fosse vero, infatti, perche'  basare le accuse contro Bo su processi-farsa, senza testimoni, senza veri avvocati difensori e arrivare a condanne senza prove? Perche' non fare - questa si', che sarebbe una novita' - dei processi pubblici e trasparenti, dando alla difesa gli strumenti necessari a fare il proprio lavoro? 
La gestione del caso Bo - al contrario di quello che crede/spera Hu Shili - dimostra che, purtroppo, nel gruppo dirigente cinese la vicenda non ha portato fino ad oggi ad alcun cambiamento politico significativo. 

qui sotto prima la mia traduzione, poi la versione in inglese della stessa Caixin online:

BO XILAI COME CATALIZZATORE DELLE RIFORME POLITICHE

di Hu Shuli

Da qualsiasi punto di vista lo si guardi, il processo disciplinare che riguarda il caso di Bo Xilai avra' conseguenze di importanza storica. I dettagli che si sono appresi sui crimini di Bo, di sua moglie Bogu Kailai, e del suo ex-braccio destro Wang Lijun indicano un livello di comportamento che minaccia la dignita' del sistema legale e ignora le leggi per conseguire scopi personali. 
In futuro possiamo aspettarci che Bo sia processato in Tribunale, condannato e punito severamente, in accordo con la legge, mentre la nazione si prende una pausa per riflettere sull' urgente bisogno di ulteriori riforme, in particolare nel settore politico, che e' emerso da questo caso.
Il Politburo ha diffuso simultaneamente le sue conclusioni, la decisione di espellere Bo dal Partito Comunista, e la data per il 18esimo Congresso del Partito, che si terra' all' inizio di novembre, sottolineando la relazione tra i due fatti.
Il presidente Hu Jintao ha sottolineato l' importanza delle riforme politiche il 23 luglio - a tre mesi dall' inizio dell' indagine su Bo -  in una discorso alla Scuola Centrale del Partito. Recentemente, in un' altra occasione, il vicepresidente Xi Jinping ha espresso la sua decisa opinione sulle riforme. E il 29 settembre al banchetto per la Festa della Repubblica, il premier Wen Jiabao ha riaffermato la fermezza del governo nel  voler realizzare riforme di ampia portata.  Chiaramente, dopo che e' venuto alla luce il caso Bo a Pechino sono suonati dei campanelli d' allarme. 
Quando era capo del Partito a Chongqing, Bo aveva la reputazione di un nemico ferreo del crimine. Ma dietro le quinte, abusava del suo potere mentre sua moglie e il suo capo della polizia (Wang Lijun, ndt) violava le leggi. Nel corso della loro risoluta azione contro la criminalita' organizzata della citta', Bo e i suoi seguaci hanno manipulato il sistema legale e hanno rafforzato il loro controllo sull' apparato di polizia, mentre allo stesso tempo mettevano in piedi la piu' grande mafia della metropoli. 
Il controllo assoluto sulla polizia ha dato a Bo e a sua moglie la possibilita' di ignorare il processo legale e di usare la legge per proteggere i loro interessi personali. Cosi' l' autorita' di Bo a Chongqing era diventata pericolosa, di fatto totalitaria.
Per prevenire nuovi incidenti di questo tipo e' necessario stare in guardia contro un eccessivo potere della polizia e contro tutte le minacce allo stato di diritto. I recenti discorsi di Hu e Wen indicano che sono coscienti che il processo di riforma si basa sulla costruzione della democrazia e dello stato di diritto. 
L' annuncio dato il 28 settembre dal Poliburo sull' esplusione di Bo dal Partito e' stato accompagnto anche dalla diffusione delle conclusioni degli investigatori, secondo le quali sia lui che membri della sua famiglia hanno usato le loro posizioni ufficiali per scopi privati e hanno ricevuto tangenti per un periodo di oltre 20 anni, mentre ricopriva importanti posizioni governative a Dalian, nella provincia del Liaoning; a Chongqing; e come ministro del commercio nel governo centrale.  Molti si sono chiesti se la corruzione non avrebbe potuto essere scoperta prima. Ma forse ci si puo' porre un' altra domanda, piu' profonda: perche' le persone che ricoprono le cariche di sindaco, ministro o altri ruoli di governo importanti dopo essere salite al potere si dedicano alla ricerca di vantaggi personali?   
Circa 20 anni fa gli economisti ammonivano che la ricerca della ricchezza, nell' economia cinese in transizione, avrebbe portato alla corruzione. E aggiungevano che una soluzione avrebbe dovuto essere cercata nel perfezionamento dell' economia di mercato. Ora, in questo momento  cruciale dello sforzo della Cina sulle riforme, il compito piu' urgente e difficile e' quello di ridurre l' intervento del governo nell' attivita' economica, limitando cosi' le opportunita' di ricercare vantaggi personali. 
Ogni caso di corruzione e' diverso,  e il caso Bo in particolare e' unico. Ma la terapia fondamentale contro tutti i tipi di corruzione in Cina deve comprendere dei passi per ridurre il ruolo del governo nell' economia attraverso le riforme.  
La costruzione di istituzioni e la lotta alla corruzione richiedono tempo, quindi non c' e' tempo da perdere. Un' altra efficace misura contro la corruzione dei funzionari e' la copertura da parte dei media. Quindi, i media devono essere lasciati liberi di giocare il loro ruolo e la loro responsabilita' di cani da guardia. La misure per migliorare la situazione dei media  devono avere un ruolo importante nel processo di riforma politica. Questo e' un cambiamento che puo' essere realizzato immediatamente. 
Lo scandalo Bo ha provocato danni gravi ed e' stato pagato caro. Ci ha fatto capire molto sulla corruzione dei funzionari e ha messo in primo piano le motivazione a favore delle riforme politiche. Ma la vera lezione che abbiamo imparato da questo disgraziato caso e' che e' necessario agire, al piu' presto.



  

BO XILAI AS A CATALYST FOR POLITICAL REFORM
the scandal has given reform advocates in China fresh and compelling reason to press forward

No matter how you look at it, the disciplinary process surrounding the case of Bo Xilai will have historic implications.
Details of the crimes committed by Bo, his wife, Bogu Kailai, and his former right-hand man, Wang Lijun, reflect a level of wrongdoing that threatened the legal system's dignity and undermined the rule of law for the sake of personal gain.
What we can expect next for Bo is a court trial, sentencing and serious punishment, in accordance with the law, while the nation pauses to reflect on the urgent need for further reform, especially in the political arena, brought to the fore by his case.
The Politburo released its findings and a decision to oust Bo from the Communist Party simultaneously with a schedule for the 18th Party Congress to be held in early November, underscoring clear correlation of these events.
President Hu Jintao emphasized the importance of political reform on July 23 – three months after authorities launched the Bo investigation – in a speech at the Central Party School. On a separate occasion recently, Vice President Xi Jinping echoed this firm stance for reform. And on September 29 at a National Day banquet, Premier Wen Jiabao reaffirmed the government's resolve to advance comprehensive reform.
Clearly, alarm bells were ringing in Beijing after details of the Bo case came to light. The central government then reacted by strengthening its determination to support political reform.  
As Chongqing's party chief, Bo had a reputation for fighting crime with an iron fist. But behind the scenes, he abused his power while his wife and police chief broke the law. During a vigorous war against organized crime in the city, Bo and his affiliates manipulated the legal system and strengthened their grip on police power, even while building the biggest mafia in town.
Absolute control over the police gave Bo and his wife the power to cheapen the legal process and misapply laws to protect their personal interests. Bo's authority in Chongqing thus turned dangerous, even totalitarian.
Preventing future incidents of this kind will require guarding against excessive police power and all threats to the rule of law. The speeches recently delivered by Hu and Wen reflect their awareness that the reform process hinges on building democracy and the rule of law.
The Politburo announcement booting Bo from the party September 28 also described investigator conclusions that he as well as family members abused his official status for private gain and accepted bribes over a 20-year span, while he held senior government positions in Dalian, Liaoning Province; Chongqing; and as the central government's minister of commerce.
Many have asked whether this corruption could have been detected earlier. Maybe we should ask a deeper question: Why do people appointed as mayors, ministers and other senior officials seek private gain after rising to power?
Some 20 years ago, economists were warning that rent-seeking behavior in China's transition economy would lead to corruption. They also said an effective solution could be found by perfecting the market economy.
Now, at this crucial juncture for China's reform effort, the most urgent and difficult task on the agenda calls for reducing government intervention in economic activities and, thus, reducing opportunities for rent-seeking.
Every corruption case is different, and the Bo case is especially unique. But fundamental therapy for any form of corruption in China should include steps to restrain the government's role in the economy through reform.
It takes a long time for institution-building to contribute significantly to a fight against corruption. So we should not delay.
Another effective safeguard against official corruption is offered by media coverage. Thus, the media should be allowed carry out its role and responsibility as a watchdog. Efforts to improve the media's position should play an important role in the political reform process. This is a change that can be implemented immediately.
The Bo scandal inflicted significant damage at a huge cost. It told us a lot about official corruption and focused a searing light on reasons for political reform. But the real lesson we've learned from this disgraceful case is that action is needed, as soon as possible.




  

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